A bordo di Mediterranea : La Fede che diventa Incontro

Sono salito a bordo della “Mare Jonio” Mediterranea Saving Humans, perché credo che vedere con i propri occhi sia l’unico modo per capire davvero. Per troppo tempo ci siamo abituati a raccontare il Mediterraneo come un problema da gestire, un confine da difendere, dimenticando che prima di tutto è il luogo dove si decide il destino di uomini, donne e bambini.

In questa visita ho avuto anche l’occasione di incontrare di nuovo don Mattia Ferrari, il cappellano di questa barca che salva vite, il Card. Domenico Battaglia Arcivescovo di Napoli, il Comandante della Nave Jonio Filippo Peralta e l’equipaggio. Nel suo ultimo libro, don Mattia ci ricorda che è un pescatore di uomini, non in senso metaforico, ma reale: chi è su questa nave tende mani, accoglie, porta in salvo.

Don Mattia ci insegna una cosa fondamentale: Dio si fa carne nella fraternità. È nelle mani che si stringono, negli sguardi che si incrociano, nei gesti di chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte.

Perché sono venuto qui, da cattolico?

Perché il Vangelo non è solo parole, ma scelte. E se c’è un posto dove si può vivere fino in fondo il significato di “Ero straniero e mi avete accolto”, quel posto è qui.

Ho incontrato volti segnati dalla paura, ma anche dalla speranza. Ho visto mani tendersi per stringere altre mani, senza chiedere passaporti o documenti. Ho ascoltato storie che fanno male, perché raccontano di torture, fame, disperazione, ma che allo stesso tempo portano dentro un’incredibile forza di riscatto.

Non si tratta di politica, ma di umanità. Non si tratta di ideologia, ma di scelta di stare dalla parte della vita.

Torno a casa con un peso nel cuore, ma anche con la certezza che non possiamo restare indifferenti. E con una domanda che non mi lascerà più: se fossi io, se fosse mio figlio, cosa vorrei che gli altri facessero?

Napoli 11 febbraio 2025