Unitus, firmato accordo con Albania, il sapere un obiettivo globale e condiviso

Il sapere deve essere un obiettivo globale e condiviso. Senza barriere doganali, etniche, sociali, politiche. In questo schema si muove l’accordo che è stato firmato dai rettori delle università del Lazio e di Albania. In effetti, intese a vario livello sono già operative da tempo, ma quella sottoscritta in mattinata nella sede Unitus di Santa Maria in Gradi a Viterbo rappresenta un ulteriore e significativo step verso una reale joint venture tra i nostri atenei e quelli d’oltre Adriatico. Non per niente erano presenti il primo ministro di Albania Edi Rama e la ministra dell’Istruzione Evis Kushi, la nostra ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa e l’assessora regionale Alessandra Troncarelli. A Fare gli onori di casa naturalmente il magnifico di Unitus, Stefano Ubertini. Ma sono, come sempre, i numeri a dare un senso reale al pacchetto di accordi firmato tra i magnifici rettori delle due sponde adriatiche: il sistema universitario nazionale vede iscritti 240.000 studenti albanesi, il 13% dell’intera comunità; il 10% di questi studia nel Lazio. “Questo – ha rimarcato il rettore Ubertini – sollecita a percorrere con determinazione la strada di essere costruttori di comunità allargate ed inclusive verso la internazionalizzazione della cultura e l’ampliamento delle conoscenze tecniche, scientifiche e culturali più in generale”. Sono centocinquanta gli accordi di collaborazione già firmati trai due Paesi, ha ricordato la ministra Kushi. “E’ un percorso – ha sottolineato il premier Rama – che ci vede accomunati anche storicamente e che dobbiamo fare insieme. I Paesi si distinguono per quello che hanno non per quello che sono”. (L. C.)

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