Gaia Garbarini: la mia Pampa nella Tuscia tra api, natura e passione

Rossella Cravero

Certe volte ci sono esperienze dolorose che spalancano le porte a spazi immensi. Gaia Garbarini Islas è una di quelle persone che dalla difficoltà ha fatto nascere una grande forza. Ha piantato dentro di sé il seme degli spazi aperti e della natura, e così a 31 anni si trova a mandare avanti un’azienda di oltre cinque ettari, praticando un’agricoltura sostenibile, dopo aver vinto un progetto finanziato dalla Regione Lazio, che le ha permesso di realizzare il suo sogno.

Occhi azzurri, sorriso contagioso, nella campagna tra Viterbo Tuscania e Montefiascone ha piantato le sue radici, dopo aver a lungo spulciato gli annunci dei terreni in vendita nella Tuscia.

«Questo era nelle ultime pagine di Subito.it. In realtà lo ha scovato mia mamma, ma quando sono arrivata qui, me ne sono innamorata e ho detto: è lui».

Gaia ha acquistato il primo ettaro e impiantato la sua coltivazione di api che dà nome anche all’azienda agricola: Apis . Ora gli ettari ,tra acquisto e affitto, sono diventati 5,5 e oltre alle api ci sono gli ulivi, il frutteto con piante antiche, pecore , galline ,maiali.

Tu, da sola, nel nulla…

Questa è la mia dimensione. Mio papà è argentino, forse porto dentro di me i geni della Pampa, la necessità di spazi aperti e solitudine. Mi sono innamorata della Tuscia dopo essermi laureata in Scienze Forestali . Ho abitato per qualche anno a Vitorchiano, poi ho scoperto questo posto e ho sentito che da qui non mi sarei mai mossa. E adesso da un anno ho coinvolto anche il mio compagno, Matteo.

Che cosa caratterizza la tua azienda ?

Pratichiamo il biologico, abbiamo iniziato con le api, abbiamo aggiunto la olivicoltura , abbiamo impiantato da tre anni un frutteto di frutti antichi. Questa piante che si vedono disseminate su tutto quello che dovrebbe essere prato è il Lupino. E ’una delle poche  piante che su un terreno come il nostro, molto degradato, dove c’è addirittura il muschio, germina e cresce in abbondanza. A primavera lo tagliamo e lasciamo al suolo perché genera sostanza organica. Questi sono terreni molto sfruttati per pratiche agricole fatte negli anni, noi utilizziamo una agricoltura rigenerativa, ci prendiamo cura del suolo per rigenerarlo. Queste piante con le loro radici lo spaccano e lo rigenerano invece di utilizzare aratri o frese che vanno a degradare il suolo, questa pianta è un azoto fissatrice, cioè oltre ad aereggiare il suolo, nelle radici fissa l’azoto che serve alle piante. Stiamo provando a stimolare una nuova vita su questo terreno tanto sfruttato.

Che altro?

Le api sono la prima grande passione. Ormai ho una esperienza decennale, mi occupo di tutto io e poi con il miele produco anche i biscotti per cui è nato il laboratorio.

E le piante di frutti antichi ?

Abbiamo albicocchi , peri , peschi , susini , mandorli, mele cotogne. Questo frutteto lo abbiamo impiantato tre anni fa. Sono delle varietà che si rinvengono storicamente prima del 1950 , quando è iniziata la selezione genetica più spinta. I ricercatori sono andati a studiare gli erbari del 600 , per trovare questi frutti che poi sono riusciti a selezionare in giro. Sono più resistenti alle malattie rispetto alle varietà selezionate, questo fa sì che un frutteto duri più lungo. I frutti sono organoletticamente diversi da quelli che siamo abituati a mangiare, hanno pezzature più piccole, ma a livello nutrizionale sono più carichi di nutrienti. Nel frutteto ci sono 150 esemplari ma abbiamo disseminato anche altre piante nell’azienda, stiamo ricreando siepi, anche lungo la strada, per ricostruire la biodiversità

Naturalmente non può mancare l’orto

Infatti e anche in questo caso non usiamo mezzi meccanici per preparare il terreno. L’orto è fatto in bancali, in letti che hanno una pacciamatura organica in paglia. Non usiamo il trattore che alla fine compatta il terreno e con le vibrazioni rompe la struttura del suolo. Un paio di maiali ci aiutano a ripulire il terreno dalla gramigna, loro si nutrono delle radici della pianta. Ogni dieci giorni spostiamo il recinto.

E le pecore ?

Abbiamo iniziato un anno fa con queste 5 femmine di razza sopravissana, una razza antica del centro italia , ci sono circa 1000 esemplari in tutta Italia. Le abbiamo prese per stimolare il suolo , tenendole in questi recinti elettrici a pascolo razionale, spostandolo ogni giorno , loro mordono le erbe calpestano il suolo e lasciando le deiezioni, ristimolano il terreno a rigenerarsi.  Abbiamo preso anche Garibaldi e adesso sono tutte incinta e tra un mese dovrebbero partorire.

Il laboratorio?

Nel 2016 ho fatto il primo insediamento PSR della Regione Lazio che destinava 70 mila euro a fondo perduto ai giovani agricoltori. E’ ovvio che nessuno ti regala nulla, ci sono voluti  tre anni per riuscire a partecipare e vincere il bando, ho voluto fare una costruzione più complessa, è stata una bella impresa, ma dal punto di vista burocratico è stato molto snervante. Ho scelto di costruire un laboratorio in bioedilizia, struttura portante in legno lamellare e tamponatura in balle di paglia , da questo natale facciamo biscotti con farine di Fornovecchino, un’azienda di Montefiascone che produce farine di grani antichi, quindi più digeribili, e utilizziamo il nostro miele, le uova delle nostre galline selvatiche. Abbiamo scelto un packaging ecologico , perché volevo dimostrare a me stessa che si può fare agricoltura senza danneggiare l’ambiente e senza sfruttare i lavoratori, usiamo sacchetti in amido di mais, etichette con carta riciclata al 100 per cento e colori di c’era d’api.

Si può  vivere di agricoltura?

E’ un discorso ampio. Ma io credo di sì: bisogna dedicarsi a una tipologia di prodotto più particolare . Gli agricoltori si lamentano del grano che viene pagato poco, del latte che si è costretti a buttare, produrre una materia prima di cui il mercato è già saturo e affidarla anche alla grande distribuzione a mio avviso è una scelta in perdita. Io ho scelto di dedicarmi a un prodotto di nicchia, da vendere al dettaglio, offrendo al consumatore tutte le garanzie sulla genuinità di ciò che va ad acquistare. Devo dire che la richiesta in questo settore è in aumento.

Qual è il mercato della tua azienda

Riforniamo lo spaccio di Zolle a Roma , il corriere passa a ritirare una volta a settimana . Da noi prendono solo i prodotti da forno. Frutta e verdura la vendiamo a Viterbo il sabato al mercato biologico di Piano Scarano. Lavoriamo in qualche mercato di Roma e da primavera vorrei partire con le vendite dirette e quelle porta a porta su Viterbo , Montefiascone e Tuscania. In primavera vorremmo aprire un punto vendita qui in azienda per offrire la possibilità di trascorre un po ‘ di tempo in questo paradiso e intanto fare la spesa.

La tua giornata tipo

L’inverno mi alzo alle 6 , l’estate alle 5 ma credo che dovremo anticipare. La sera alle 18 crollo. I lavori in azienda si alternano, non ci fermiamo mai. Qualche pranzo con gli amici, quando ci vengono a trovare. Ma il mio mondo è tutto qui, non potrei fare una vita diversa da questa.

 

 

 

 

 

 

 

 

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