2015: LA TUSCIA CHE VORREI

la tuscia 2015

L’inizio del nuovo anno è sempre occasione di bilanci e propositi. C’è attesa e speranza per il futuro e sollievo per quanto di vecchio e non amato ci possiamo lasciare alle spalle. Sono le firme giovani di questa redazione ad esprimere il loro sogno di territorio per l’anno che sta arrivando.

Sara:   VITERBO TRA ARTE, CULTURA E TURISMO

Penso a una Tuscia che possa esprimere competitività, innovazione, attrazione per il capoluogo Viterbo e per tutti i suoi centri attraverso servizi avanzati, per migliorarne la qualità della vita e metterne in luce ricchezze e splendore.

Expo 2015 un’esposizione universale del cibo, in cui la Tuscia con le sue specificità enogastronomiche può raccontare sapori e saperi. Una vetrina irrinunciabile a beneficio di tutte le eccellenze, non solo dei grandi.

La Tuscia degli Etruschi al prossimo Expo 2015. L’accordo tra Viterbo e Orvieto speriamo lasci seguire altri Comuni del territorio e divenga realtà.

Pro Regione Tuscia, avvio del triangolo Civitavecchia, Viterbo, Orvieto, costituirebbe una solidità economica, sociale e territoriale e consentirebbe di rafforzare la promozione turistica con un’offerta in alternanza e di acquisire risorse . L’idea della regione Tuscia era già emersa prepotentemente nella fase della Costituente. Speriamo che questa sia la volta buona.

Viterbo e la città termale la leggenda narra che Ercole, di passaggio nell’Etruria, fosse sfidato dai Lucumoni etruschi a dare prova della sua forza straordinaria: l’eroe allora conficcò in terra un enorme palo, che nessuno oltre a lui riuscì a divellere; dal gigantesco cratere lasciato nel terreno immediatamente scaturì dell’acqua bulicante, prodigio da cui deriva il nome ‘Bulicame’ che ancor oggi identifica la sorgente principale del bacino termo-minerale viterbese. Desideriamo che le prodigiose acque non siano più disputa per nessuno e rimangano il patrimonio della città e la esclusività per i turisti in grado di ricevere dalle strutture un’offerta variegata.

Itinerari guidati per i viterbesi :Palazzo Papale, Colle del Duomo, Musei. Fruibilità costante degli antichi palazzi e delle Antiche Dimore per conoscerne il patrimonio e la storia.

Ascensore che da valle Faul arriverà a piazza del Duomo, nel cuore del centro storico. Rispetto della data di consegna dicembre 2015 e Viterbo resa Ztl in centro, per farla

divenire un salotto privilegiato sempre.. Non solo in certe occasioni.

La Nuova Macchina di Santa Rosa, che sia bella e rispetti nell’ideazione il composito tra storia e fede.

Viterbo: Arredo urbano con manutenzione delle strade del centro storico e facciate dipinte per meglio rappresentare il cuore della città.

Monica: CIVITA CASTELLANA E IL LAVORO.

 Civita è conosciuta come il paese della ceramica. Purtroppo da diversi anni i numeri della crisi nel distretto ceramico delineano una situazione drammatica. La grave crisi occupazionale ha prodotto la perdita di oltre 1500 posti di lavoro,a cui se ne sono aggiunti altri 150 in queste ultime settimane. Quello che manca nella comunità civitonica è la serenità:  di mantenere il posto di lavoro;  di far vivere dignitosamente le proprie famiglie;  di garantire un futuro ai propri figli. Quello che manca è la solidarietà tra persone, rapporti umani che la disoccupazione e la crisi economica hanno reso sempre più aridi. Nel 2015 più che mai c’è davvero bisogno di ricominciare  a credere nel futuro e a reagire. La forza di Civita Castellana? Inseguire con tenacia il sogno di tornare ad essere un paese unito e prosperoso.

Rosaria: GIOVANI E UNIVERSITA’  

La Viterbo che vorrei, vive nascosta, a sua insaputa, all’interno della sua stessa cinta muraria. Non bastano le tradizioni e il fascino medievale; Viterbo dovrebbe sprizzare gioia e vitalità, andando al di là di quelle stesse mura che la contengono. Viterbo sembra aver deciso di voler vivere nel ricordo, nella memoria dei tempi che furono, puntando alla bellezza architettonica del Palazzo dei Papi o alla tradizionale Macchina di Santa Rosa, per attirare turisti o per far parlare di sé. Viterbo è silenziosa; fin troppo. Ma non dimentichiamo che Viterbo ha un’eccellente Università; giovani approdano a Viterbo da tutte le regioni d’ Italia, e molti stranieri la scelgono come meta d’Erasmus. Ma cosa ha da offrire ai giovani Viterbo, se non quei pochi locali, che fino alle due di notte cercano di intrattenerli con gruppetti musicali? Viterbo non è una città per giovani. Viterbo è adatta agli stessi Viterbesi, a chi vi è nato e  la ama per natalità. Questo Capodanno ne è l’esempio appropriato: Viterbo non avrà nulla da offrire alla sua popolazione ai suoi giovani ospiti, mentre sono proprio i giovani l’anima di Viterbo, loro possono portare vivacità e furore alla città.A Viterbo mancano strutture che possano accoglierli e coinvolgerli in attività formative. Manca una grande Auditorium dove ospitare concerti, un Teatro chiuso da riaprire al più presto, dei Cinema dentro città per chi non ha la possibilità di raggiungere in macchina quel grande villaggio cinematografico a 7 km.  Viterbo poi, avrebbe bisogno di un grande parco, con attrezzature da trekking, con una pista da pattinaggio magari, con aree dove potersi rilassare a leggere, con piste ciclabili. PratoGiardino è bellissimo, ma per la sua posizione a metà tra via del Pilastro e via della Palazzina, non è il luogo più adatto per svagarsi. un grande museo, che possa accogliere opere moderne e contemporanee da tutta Europa. Al 2015 consegno le mie richieste , sono sicura che se realizzate daranno nuova luce alla nostra cara, antica e silenziosa Viterbo.  

Benedetta: SPORT E VITA

Penso a cosa desiderare per l’equitazione nella Tuscia: e mi scopro a pensare che non è facile. Non perché non ci siano aspetti da migliorare, iniziative da portare avanti e nuove strategie da mettere in campo. Ma perché scrivo di uno sport che cerco in prima persona di praticare con grande sacrificio ed impegno.

Scrivere per un cambiamento vorrebbe dire come prima cosa mettere in discussione un ambiente nel quale e per il quale vivo, nonché i grandi sforzi e sacrifici ai quali tutta la gente di cavalli che si rispetti nella nostra amata Tuscia si sottopone quotidianamente. Così ho deciso di prendere in prestito una frase del grande Carlo DefendentePogliaga, Tecnico riconosciuto da tutti, e atleta di spicco tra le due guerre mondiali, uncavaliere che, nel 1964, a sessant’anni suonati, disputò la Coppa delle Nazioni di Lucerna,nella speranza che il suo pensiero possa essere uno spunto di riflessione per tutti noi:

Per insegnare, bisogna sapere. Per sapere bisogna imparare. Per imparare bisogna studiare e…quando sai, sai che non sai.    

Buon anno a tutti quadrupedi e non!

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