Viterbese, trappola fatale: Rieti passa al Rocchi contro una squadra a digiuno di campionato

di Claudio Petricca

VITERBESE (4-3-1-2): Forte; De Vito, Sini, Atanasov, De Giorgi (38’ s.t. Bismark); Damiani (1’ s.t. Baldassin), Bovo, Cenciarelli (14’s.t. Pacilli); Palermo (24’s.t. Zerbin); Saraniti, Polidori. A disposizione: Micheli, Perri, Schaeper, Milillo, Messina, Otranto, Molinaro, Svidercoschi. Allenatore: Giovanni Lopez.

RIETI (4-3-1-2): Chastre; Papangelis, Dabo, Gualtieri, Gallifuoco; Maistro (44’s.t. Tommasone), Diarra, Palma; Cericola (38’s.t. Criscuolo); Todorov (48’s.t. Delli Carri), Gondo. A disposizione: Costa, Caparros, Catarino, Kean, Paparelli, Demosthenous.
Allenatore: Ricardo Cheù.

ARBITRO: Alessandro Meleleo di Casarano.
Assistenti: Giuseppe Perrotti e Antonio Severino di Campobasso.

MARCATORI: 36’p.t. Gondo.
NOTE: Terreno in buone condizioni, spettatori 800 circa.
Calci d’angolo: 7-5 per la Viterbese. Ammoniti: Sini, De Vito, Baldassin, Cericola, Dabo. Recupero: 2’ (pt) – 5’ (st).

Tre lunghi mesi alla finestra si sentono tutti nella testa e nelle gambe e così la Viterbese scivola al debutto al cospetto di un Rieti che invece di minuti giocati ne ha già tanti alle spalle. Una lunga attesa, una trappola fatale per i gialloblù e la differenza molto probabilmente è tutta qui, una squadra, quella di casa, imballata, precipitosa per la voglia di strafare tutto e subito contro un complesso che invece ha messo in campo l’esperienza accumulata nelle precedenti uscite. E’ il caso di dire benvenuta all’inferno cara Viterbese perché da oggi in poi ogni sfida sarà una battaglia, una lotta su ogni pallone, fino all’ultima stilla di sudore. Ora però non bisogna certo farne un dramma anche se una sconfitta così brucia eccome soprattutto dopo una attesa infinita e soprattutto in un derby che manifesta sempre uno storico campanilismo. La vittoria degli amaranto celesti è apparsa però al tirar delle somme meritata soprattutto per l’andamento della gara che se da un lato ha visto una buona Viterbese nei quarto d’ora iniziali dei due tempi dall’altro ha evidenziato un Rieti caparbio, combattivo, cinico e perché no più ordinato dei gialloblù. Il gol di Gondo ha pesato molto nella testa dei padroni di casa che hanno poi rischiato il tracollo in altre circostanze anche se alla fine qualche occasione l’hanno avuta. Guai però a fare subito processi sommari, fra appena tre giorni si replica al Rocchi contro un’altra matricola, il Sicula Leonzio, l’occasione di un pronto riscatto contro un avversario comunque difficile. L’impatto in campionato è stato duro, difficile, sarà questo il clima che accompagnerà la Viterbese in tutte le gare, autentiche battaglie da giocare all’arma bianca contro avversari che, come il Rieti, faranno dell’agonismo la loro arma da combattimento e contro i quali bisognerà, con calma, ritrovare fiducia e sicurezza e come recitata il sommo De Filippo nella sua Napoli milionaria, “ha da passà la nuttata”.

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