Viterbese story/2 “C”i risiamo: l’epopea di Luciano Gaucci

di Arnaldo Sassi

“C”i risiamo. La gloriosa (???) Viterbese rischia di finire ancora una volta nel baratro. Condannata ai play-out (oggi gli spareggi si chiamano così) contro la Fermana per tentare di rimanere in serie C. Ripercorrendo però a ritroso i momenti magici della compagine gialloblù, dopo l’era Camilli il pensiero non può non tornare a quella che fu l’ineguagliabile epopea di Luciano Gaucci, già presidente del Perugia calcio (alla morte di Dino Viola aveva provato ad acquistare la Roma, ma gli fu soffiata da Giuseppe Ciarrapico).

Gaucci arrivò a Viterbo nell’estate del 1997 con la squadra che militava in C2 e in pochi mesi rivoluzionò la società. Dopo un anno di transizione, nella stagione 1998-1999, ad appena poche giornate dall’inizio del campionato, esonerò l’allenatore Iacolino chiamando al suo posto Paolo Beruatto. Un avvicendamento che cambiò completamente l’andamento nel torneo: creando un gruppo molto compatto, la squadra arrivò in testa alla 14ª giornata e non lasciò più la vetta della classifica, ottenendo la promozione in Serie C1.

Ma il vero colpo di genio del fantasmagorico presidente avvenne nell’estate del 1999, quando Gaucci chiamò per la prima volta nella storia del calcio professionistico un allenatore donna, Carolina Morace. La notizia arrivò sulle prime pagine di tutti i media nazionali e internazionali, facendo un enorme clamore.

La Morace si portò dietro il suo staff, in particolare la sua vice Elisabetta Bavagnoli e il preparatore atletico Luigi Perrone, con cui cominciò la preparazione estiva, seguita da una miriade di giornalisti. L’atmosfera in quei giorni era per certi versi entusiasmante, ma anche tesa, se vogliamo. Gaucci aveva costruito una squadra fortissima (il portiere ex-Roma Fimiani, il difensore Marco Di Loreto, i centrocampisti Fabio Liverani e Davide Baiocco e tanti altri, alcuni dei quali arriveranno poi in serie A) e Carolina Morace sentiva la pressione del suo presidente, intenzionato ad arrivare a ogni costo in serie B.

Comunque sia, il 5 settembre 1999, prima giornata di campionato che vedeva la Viterbese opposta al Marsala, lo stadio “Rocchi” era pieno come un uovo ed erano presenti gli inviati nazionali di tv e carta stampata. Insomma, un vero e proprio trionfo della comunicazione. Quel giorno la Viterbese vinse 3-1 con gol di Liverani, Baiocco e Testini, ma non tutto va per il verso giusto. Nei giorni successivi infatti, esce un duro comunicato, firmato da staff tecnico e giocatori, che proclama il silenzio stampa. In pratica si chiede a giornali e tv di parlare di ciò che accade in campo e non del fatto che ad allenare ci sia una donna.

Il peggio però avviene la domenica successiva, quando a Crotone arriva una disastrosa sconfitta per 5-2. Gaucci è una furia, convoca la Morace e, senza tanti complimenti, le impone di cambiare formazione e sistema di gioco. Lei non ci sta e lui le propone di affiancarle un tecnico (uomo) esperto, annunciandole il licenziamento di Bavagnoli e Perrone. Carolina. Morace si dimette. La favola di un allenatore donna per una squadra di professionisti era durata solo due giornate di campionato.

Quell’anno Gaucci confermò in toto la sua fama di mangia-allenatori: sulla panchina gialloblù se ne avvicendarono ben cinque, ma la compagine arrivò quarta in classifica. Disputò i play-off per la serie B ma fu eliminata dall’Ascoli.

Poi, nell’estate del 2000 il nuovo colpo di scena: Gaucci vende la Viterbese per comperare il Catania e nella Tuscia arriva l’anonimo Gerry Aprea. Fine del Paradiso e mesto ritorno in Purgatorio, terminato poi nell’Inferno con il fallimento della società e l’arresto del presidente di turno Fabrizio Capucci, noto più che altro per essere stato il marito di una giovanissima Catherine Spaak.

Viterbese Story continua domenica 1 Maggio

Foto:  a sx Carolina Morace, a dx Betty Bavagnoli

 

Per rileggere Viterbese story/1 “C”i risiamo: i sei anni con Piero Camilli, CLICCA QUI

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