Viterbese ingenua e sfortunata ora sotto con la “remuntada”

di Claudio Petricca

AREZZO (4-3-1-2): Pelagotti; Luciani, Pelagatti, Pinto, Sala; Foglia, Basit (1’st Remedi), Serrotti (40’pt Benucci); Belloni (13’st Cutolo); Brunori (32’st Butic), Rolando.

A disposizione: Bertozzi, Zappella, Sereni, Zini, Persano, Burzigotti, Tassi, Borghini.

Allenatore: Alessandro Dal Canto.

VITERBESE (3-5-2): Valentini; Atanasov, Rinaldi, Coda (11’st Sini); De Giorgi, Tsonev (34’st Bismark), Damiani, Palermo (21’st Cenciarelli), Mignanelli; Polidori (34’st Pacilli), Luppi (21’st Vandeputte).

A disposizione: Forte, Sparandeo, Del Prete, Milillo, Coppola, Artioli, Molinaro.

Allenatore: Pino Rigoli.

ARBITRO: Mario Vigile di Cosenza

Assistenti: Gaetano Massara di Reggio Calabria – Roberto Terenzio di Cosenza;

Quarto ufficiale: Ilario Guida di Salerno.

MACATORI: 15’p.t. Brunori; 25’s.t. Brunori, 46’s.t. Benucci

NOTE: spettatori presenti 4.599, incasso non comunicato. Ammoniti: pt 9′ Coda, 31′ Basit; st 41′ Luciani, 47′ Pacilli. Angoli: 1-5. Recupero tempi: 1′ e 5′

AREZZO – L’Arezzo si frega le mani, ottiene il massimo con il minimo sforzo, la Viterbese si lecca le ferite in vista di una partita di ritorno che si preannuncia già infuocata. Per centrare una miracolosa qualificazione ci vorrà una “remuntada” storica, restituire ai toscani pan per focaccia, ovvero quel tris che ha premiato oltre i meriti l’undici amaranto e punito severamente la sfortunata brigata gialloblù. Le partite spesso vengono decise dagli episodi e tutto ruota intorno a quella malefica metà della ripresa quando la traversa e due salvataggi miracolosi sulla linea negano alla Viterbese lo strameritato gol del pareggio per subire poi sul ribaltamento di fronte il pesante gol del raddoppio. In campo le tre reti non ci stanno assolutamente, l’Arezzo ha sfruttato al meglio le uniche occasioni capitate e può quasi festeggiare una clamorosa qualificazione ai quarti anche se nel calcio può sempre accadere di tutto. La squadra di Rigoli ha pagato un approccio soft alla sfida, concedendo i primi venti sonnolenti minuti ai padroni di casa che si sono ritrovati il gol del vantaggio quasi per caso. Poi in campo solo una squadra, la Viterbese ma quando non la butti dentro, e nonostante tutto le due o tre ghiotte occasioni ci sono state, alla fine paghi oltre modo. Forse andava gestito diversamente l’andamento della partita, senza cercare con ossessione un gol che avrebbe cambiato poco le sorti del ritorno al Rocchi, senza rischiare le ripartenze dei padroni di casa che hanno colpito mortalmente una difesa apparsa meno solida del solito. Ora per centrare la qualificazione e proseguire la corsa verso la serie B ci vorrà l’impresa, una partita da giocare con il coltello tra i denti, da impostare, se ci saranno le necessarie energie, su ritmi forsennati per chiudere all’angolo l’Arezzo e piazzare colpi pesanti per cercare almeno di farlo barcollare. Sarà difficile ma non certo impossibile e allora il Rocchi dovrà trasformarsi in una bolgia, spingere ogni minuto che passa la squadra verso l’impresa ed il calcio insegna, vedi le ultime clamorose rimonte, che tutto è ancora possibile, è finita si dice solo alla fine.

 

 

 

Foto di Massimo Luziatelli

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