Viaggio con guide speciali nelle bellezze di Tuscania pronta per la Rinascita

di Luciano Pasquini

Olindo Cosimelli nella sua terra natia Tuscania, terra di storia e tradizioni  è sicuramente un personaggio chiave. Vive nel pieno centro etrusco dove gli uomini, le cose, la natura, emanano ancora forte lo spirito di quella popolazione, che colonizzò buona parte dell’Italia centrale, dai raffinati costumi e credeva in una vita oltre la morte. Lo incontriamo nella sua azienda agricola alle porte di Tuscania a  Pian di Mola dove il San Valentino appena trascorso profuma di lavanda un sorriso cordiale e uno sguardo vigile, ti catturano subito per guidarti nel suo mondo, fatto di natura, agricoltura, cavalli, allevamento di api, prodotti della terra da lui stesso coltivati come olio, vino prepara conserve, ed essenze di lavanda, elicriso, una pianta di un colore giallo brillante che ama i luoghi assolati come questi  (permette l’estrazione di oli essenziali e una ricca filiera di prodotti di qualità). Una passione sopra a tutte che lo insegue da quando aveva sette anni, è quella di scolpire il legno che trova nelle sue passeggiate nei boschi, gli basta uno sguardo per intuire un personaggio, il soggetto che vi e nascosto che  poi con arguta pazienza nel suo laboratorio lo farà nascere. La “mazzetta” meglio definita come bastone dei butteri è l’ oggetto inseparabile nel loro lavoro, per aprire cancelli stando a cavallo, o guidare qualche maremmana dalle grosse corna ad unirsi al branco, per Olindo Cosimelli non ha segreti, ha intagliato di tutto sul manico: galli, cinghiali, uccelli, funghi, perfino una piccola Fiat cinquecento, la testa di un cavallo che ci mostra con orgoglio è la sua ultima creatura, eseguita  in occasione della trasmissione “Il Provinciale”  andata in onda su Rai 2 condotta da Federico Quaranta. Sicuramente la sua è una forma di arte del territorio. A malincuore salutiamo Olindo con la promessa di rivederci in primavera per percorre antichi sentieri su coste di tufo che un tempo venivano utilizzati per spostarsi dagli abitanti del posto,  forse disegnati seguendo qualche antico cammino degli Etruschi. Proseguendo il nostro cammino ci trasferiamo alla necropoli etrusca della Peschiera situata a nord nell’antico centro urbano questo sito e tra i più noti, utilizzata sin dal VII sec. a., ci accompagna Alessandro Tizi Direttore del Gruppo Archeologico città di Tuscania. Il sentiero che conduce alla tomba insieme ad altri percorsi è in fase di sistemazione  per poter effettuare in primavera  delle visite guidate. Il sito circondato da una folta vegetazione, con stupende piante di leccio, lascia scoprire all’improvviso la tomba in tutto il suo splendore. E’ il monumento più noto della necropoli “La Tomba a casa” detta anche “Tomba del Dado” risalente alla metà del VI secolo a. C. Un sepolcro rupestre rettangolare di m. 9,40 x m. 5 isolato sui lati grazie  al taglio del costone tufaceo che termina con un tetto provvisto di timpani triangolari ed è arricchito da eleganti modanature. All’interno della tomba è ricavata una tomba a tre camere rinvenuta già violata all’atto della scoperta avvenuta nel 1967. Nella prima fase arcaica, Tuscania fa certamente parte del territorio di Tarquinia, la cui influenza culturale si evidenzia nell’uso frequente e massiccio delle tombe ogivali con fenditura superiore o a camera assiali, con columen rappresentato in negativo. L’uso contemporaneo di tombe a dado e semidado inserisce Tuscania nella cosiddetta cultura delle tombe rupestri di prima fase arcaica (Blera, San Giuliano, San Giovenale), ritenuta anche questa di chiara ispirazione ceretana, come quella più evidente nei tumuli a tamburo circolare della necropoli di Ara del Tufo.La necropoli della Peschiera, rappresenta uno dei migliori esempi tra i contesti funerari etruschi di Tuscania e una delle aree più interessanti sotto il profilo ambientale e paesaggistico.

La Tuscia, terra scelta dagli Etruschi ancora una volta ci ha rigenerato dandoci  linfa e speranza in questi tempi difficili che tutto quello che è parte del nostro patrimonio è pronto per la Rinascita.

A conclusione la sosta è nell’antica trattoria “Da Alfreda” dove sulla tavola si  possono gustare piatti semplici della tradizione contadina della Tuscia, un ambiente essenziale ed autentico per tutti coloro che amano assaporare piatti e vivere momenti  conviviali lungo il cammino in questo luogo magico della Tuscia, fatto di storie, di paesaggi, di persone.

Si ringrazia: Anna Rita Properzi Guida Turistica e Ambientale Escursionistica, Alessandro Tizi direttore del Gruppo Archeologico Città di Tuscania, e Olindo Cosimelli per la eccellente narrazione del territorio.

 

  

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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