Università della Tuscia: al via il Master in Scienze criminologiche e forensi, investigazioni e sicurezza (CRISIS).

Ha preso il via all’Università della Tuscia il Master in Scienze criminologiche e forensi, investigazioni e sicurezza attivato a seguito del successo ottenuto dal Curriculum Investigazioni e Sicurezza nell’ambito del corso di laurea triennale in Scienze politiche e delle relazioni internazionali, che in pochi anni ha visto iscriversi centinaia di studenti provenienti da tutt’Italia.

Gli insegnamenti del Master affrontano tematiche quali la criminologia, la psicologia, la psichiatria forense e la genetica forense, la medicina legale, la balistica, la grafologia alle quali si affiancano discipline specifiche quali il contrasto alle mafie, l’immigrazione clandestina, il terrorismo in tutte le sue nuove forme di manifestazione e la criminalità organizzata con le sue innumerevoli ramificazioni nel mercato globale del crimine.

Si tratta di un Master di I livello, diretto dal professor Alessandro Sterpa e coordinato, per la didattica, dal dottor Vincenzo Cianchella.

Dopo un breve saluto ai trentaquattro corsisti (laureati triennali o magistrali) da parte del Direttore del DEIM, Prof. Stefano Ubertini e della dott.ssa Maria Rosaria Covelli, Presidente del Tribunale di Viterbo e membro del Comitato Ordinatore del Master, si è tenuta la prima lezione che ha riguardato i cambiamenti dell’intelligence a seguito dell’evoluzione degli scenari internazionali tenuta dal Prof. Arije Antinori, coordinatore presso l’Università La  Sapienza di Roma del laboratorio CRI.ME – LAB (Laboratorio di criminologia, comunicazione di crisi e media). Il criminologo Prof. Antinori, considerato tra i più autorevoli esperti italiani di terrorismo, ha sottolineato che ad un decennio dalla legge di riforma dell’intelligence, “l’attività informativa”, l’analisi” e “la conoscenza” risultano costituire le fondamenta su cui poggia l’architettura istituzionale a tutela del’interesse della sicurezza nazionale.

Per l’Italia, la minaccia terroristica “resta attuale e concreta, non solo in ragione del ruolo di rilievo che il nostro Paese occupa nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche per la presenza sul territorio nazionale di soggetti radicalizzati o comunque esposti a processi di radicalizzazione”. L’intelligence e il terrorismo saranno oggetto di altre lezioni nei sei mesi di corso, durante i quali saranno studiati ed esaminati la sicurezza strategica globale, l’attività investigativa di contrasto al terrorismo, la legislazione antiriciclaggio; tutte tematiche, queste, che hanno l’obiettivo di favorire tra gli studenti la diffusione della cultura della sicurezza, partendo dall’accresciuta consapevolezza del ruolo centrale svolto dall’intelligence a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali del Nostro Paese.

Il Prof. Antinori ha terminato la sua lezione mettendo in risalto come l’incessante evoluzione dello scenario non solo nazionale, ma europeo e globale, implichi la necessità di sviluppare e promuovere una cultura dell’intelligence che veda nella formazione e nella ricerca – quindi anche nell’Università – uno dei suoi attori primari.

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