Tuscia in pillole. Vetralla in vetrina

Di Vincenzo Ceniti*

Museo di Vetralla

Cresce l’interesse per il museo della “Città e del Territorio” di Vetralla, allestito in una torre quattrocentesca detta Porta Marina addossata alle mura castellane, ben visibile appena si arriva da Viterbo.  Il Club di territorio del Touring Club gli dedica una visita straordinaria nel pomeriggio di domenica 15 giugno alle ore 16,30 con prenotazione (cenitivince@gmail.com), guidata personalmente dalla direttrice scientifica Elisabetta Deminicis che contribuì con il marito Enrico Guidoni (architetto, storico e docente universitario) al suo allestimento nel 1991 con l’intento  di recuperare il più possibile pensieri e saperi legati all’architettura e all’urbanistica della Tuscia viterbese riguardo alle tecniche di lavorazione e costruzione, agli strumenti di lavoro utilizzati e agli antichi mestieri dell’artigianato locale, a cominciare dai vasai del posto, abili nel forgiare oggetti in terracotta d’uso domestico di rara eleganza.

Il Museo che fa parte del Sistema Museale d’Ateneo dell’Università degli Studi della Tuscia è  inserito nel circuito dei musei a carattere demoantropologico della regione Lazio e questo particolare lo rende titolato a preservare la documentazione in esso contenuta.

Appena varcata la porta d’ingresso la scena si fa subito magica e surreale, complice un odore acre che cova negli anfratti  pietrosi sottostanti ad una sala attrezzata per  incontri, conferenze, presentazioni, concerti ed altro nelle cui vetrine si conservano alcune tipologie di terrecotte locali dal tipico colore rossastro, dovuto alle argille del posto, segnate da sbaffi di colore giallo e verde.

Negli spazi del pianterreno e nei sotterranei, tra penombre appositamente studiate che inducono a passi prudenti  e a gesti lenti e misurati,  si  trovano ceramiche d‘uso domestico di varie provenienze, una raccolta di laterizi  (tegole, coppi, mattoni),  una di ferro e metalli con gli strumenti di lavoro ognuno della propria forma ed utilità, quella del legno e  delle tecniche di muratura coi relativi attrezzi che sanno di mani rugose, destrezza, ritualità.

Anche plastici in scala di architetture medioevali e di alcuni impianti urbanistici. Singolare una fossa utilizzata come raccolta granaria o come  “butto” (dove si gettavano rifiuti e immondizie). Le luci sono sommesse, ma funzionali  alla lettura di didascalie chiare e comprensibili (pregio non comune) sistemate al posto giusto,  a commento di  quanto esposto.  Nel cantinone  giacciono un gigantesco mantice da fabbro  e una botte gigantesca intrisa di muffa e di sapienti lavorazioni. Una campana ancora intonata rimanda ai rintocchi per scandire le ore nei campi e la chiamata dei fedeli.

Guidoni e Deminicis hanno pure promosso la catalogazione di tutte quelle categorie di beni culturali considerati maggiormente a rischio della Tuscia, come case private, mura medievali, pavimentazioni storiche, strade alberate, arredo urbano, giardini storici, cavità artificiali e molto altro, offrendo una valida documentazione sul reale stato del patrimonio locale e suggerendo un corretto restauro e una coerente valorizzazione degli stessi.

Oggi, in clima di rianimazione dei borghi, dopo inarrestabili espulsioni dei suoi abitanti, il Museo  di Vetralla assurge  a dignità culturale, pronto ad arricchire il paniere turistico del posto,  peraltro ben assortito di castagneti e faggete, di una statio sulla Via Francigena (Foro Cassio) in arrivo da Viterbo e diretta a Roma, di ruderi archeologici sparsi ovunque. Inoltre un paio di chiese da asterisco tra le vecchie case, un centro storico con sguardi esclusivi, tradizioni plurisecolari, come la cerimonia dello Sposalizio dell’Albero e una  produzione stellata di extravergine di oliva. Anche un presepio vivente che si muove a Natale intorno alla chiesa della Madonna del Riscatto.

C’è pure la sorpresa di un “Giardino segreto” allestito da una vivace coppia di artisti del nord Europa, amanti dell’Italia e di Vetralla (Susanna Ohtonen e Rudolph Hupperts) che hanno creato in un locale del centro storico un laboratorio-cenacolo dal nome “Opera Extravaganza” per la diffusione del Belcanto italiano, fresco di  patrimonio Unesco.

L’accesso al Museo, in attesa di una articolazione strutturata, per ora è su richiesta e in alcune occasioni particolari (info . 393.2127125 – 0761 461258).

 

Nella foto, un interno del Museo di Vetralla

 

 

L’autore* 

ceniti

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

 

 

 

 

 

 

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