A Viterbo la stazione della Roma-Nord risorge dopo una salutare ristrutturazione che promette ulteriori interventi su gran parte dell’armamento ferroviario per facilitare i collegamenti con la capitale. La stazione venne ricostruita dopo i bombardamenti dell’ultima guerra e riaperta il 24 maggio 1953, ma le sue origini ci riportano al 1932, anno della realizzazione dell’impianto al posto di una precedente linea a scartamento ridotto. Erano le ore 8.00 del 27 ottobre 1932, quando il capostazione del Flaminio, a Roma, dette il fischio di partenza per il viaggio inaugurale.
Il convoglio era composto da due locomotori e tre vagoni. A bordo, nella carrozza n° 59 con tavoli e divanetti riservata a giornalisti e gerarchi, sedeva lui, il capo del governo Benito Mussolini. Quella carrozza-cimelio si poteva vedere fino a qualche anno fa semi-abbandonata nella stazione di Viterbo in attesa di sorte migliore. Oggi non c’è più. Il viaggio inaugurale non fu tutto rosa e fiori. Sembra che il Duce avesse sofferto di disturbi di stomaco, forse per le tante curve lungo il tragitto, e si racconta che a Sant’Oreste si fosse stranito per la lentezza con cui procedeva il convoglio. Sarebbe allora sceso per proseguire con l’auto di servizio.
I lavori della Roma-Nord (una delle prime elettrificate in Italia) vennero realizzati in poco più di quattro anni e costarono quasi 100 milioni di lire con l’impiego di circa 4.000 operai divisi in tre turni per assicurare un lavoro no stop giorno e notte. Il materiale rotabile di trazione – si legge in un prezioso volumetto di Angelo Curci, 1992 – fu realizzato dalla S.R.F.N. rispettando quelli che all’epoca erano i più moderni criteri di costruzione. Molte furono le opere di alta ingegneria tra cui il ponte sul Tevere, quello sul Treja (poco distante da Civita Castellana) e quello presso Bagnaia.
Visto dall’alto, il tracciato appare come un capolavoro ineguagliabile di tecnica costruttiva. I lavori riguardanti le opere civili vennero affidati alla società dell’ing. Ernesto Besenzanica. (1864-1940). Si era all’inizio del Ventennio fascista e il Governo aveva necessità di accelerare i tempi tecnici di esecuzione, anche per dare una prova di visibilità. Besenzanica era un tecnico milanese molto quotato nel campo delle costruzioni ferroviarie in Italia e all’estero. Con lui i lavori ebbero un grande impulso.
Avveniristica la sua idea di penetrazione ferroviaria nel tratto iniziale romano, con l’esecuzione di una lunga galleria (oltre 2 km) tra Acqua Acetosa e Flaminio realizzata in poco più di un anno tra 1931 e il 1932. Oggi la stazione di Roma è uno dei simboli dall’architettura del Ventennio. Le decorazioni dell’edificio vennero realizzate dall’arch. Ariodante Bassero. Uno degli artefici delle fortune della ferrovia fu l’ing. Enrico Dellarciprete, direttore della Società Romana Ferrovie del Nord dal 1930 al 1964.
La linea nei primi decenni di attività, fino alla seconda guerra mondiale, trasportava migliaia di pendolari e studenti, ma anche numerosi turisti alla ricerca di luoghi inconsueti da scoprire e apprezzare. Pensiamo a monumenti come la Rocca Borgia e il Duomo di Civita Castellana, il castello Orsini e la fontana Papacqua di Soriano nel Cimino, il castello-palazzo Ruspoli di Vignanello, la Villa Lante di Bagnaia e alla stessa Viterbo. L’Ente Provinciale per il Turismo di allora organizzò alla fine degli anni Settanta alcuni viaggi speciali con il cosiddetto “Trenino della Roma-Nord”, riservati ai turisti di Roma.
Il viaggio inaugurale del 1932 fu un tripudio di gente lungo i 103 chilometri del percorso con bandiere, divise, gagliardetti, fiori e sorrisi. Nei punti strategici del percorso erano dislocate decine di uomini della milizia vestiti da pastori per vigilare sulla incolumità del Duce.
Mussolini venne accolto a Viterbo con grandi onori al grido di eia, eia, eia, alalà.. Eloquente la foto che lo ritrae sul balcone della Prefettura davanti a una folla entusiasta. Responsabile della sicurezza di quello storico 27 ottobre 1932, era il prefetto Tito Cesare Canovai. Il Duce ebbe a dire: “La ferrovia che abbiamo inaugurato stamane costituisce una delle opere più importanti del decennale fascista ed è anche la prova dell’altezza tecnica raggiunta dall’ingegneria italiana”.

Nella foto cover, un vecchio vagone della Roma-Nord
L’autore*
Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

























