Teatri di Pietra,un mese di grande cultura a Sutri

 

Si apre il 27 giugno, nella straordinaria cornice naturale dell’anfiteatro romano, “Teatri di Pietra” a cura di Pentagono Produzioni e Circuito Danza Lazio, in collaborazione con il Comune di Sutri ed il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale.

La prestigiosa rassegna, alla XVI edizione, in coincidenza con la proclamazione del 2018 anno europeo del patrimonio, quest’anno intende rafforzare ancor di più la propria mission, quella di valorizzare i teatri antichi ed i siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo ed una rete culturale di più soggetti che sposano delle tematiche comuni: la danza, la musica, il teatro, l’archeologia ed il paesaggio.

Il percorso, che include nel progetto oltre venti aree in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, è strutturato su una serie di appuntamenti con un unico filo conduttore: una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito che trasfigurano in “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro.

L’obiettivo, sotto la direzione artistica di Aurelio Gatti, è di promuovere il patrimonio storico-paesaggistico italiano con un connubio di arte, cultura, storia e natura.

In cartellone, dal 27 giugno al 27 luglio, ben nove spettacoli.

Il sipario si aprirà con Dimmi Tiresia, una produzione Mda Danza, di e regia Luisa Stagni, coreografia Luca Piomponi, con Lucrezia Serafini, Luca Piomponi, Luisa Stagni e Massimo Carrani.

“Il vecchio Tiresia ci narra dei miti dai quali nasce il suo bizzarro, tragico destino; di quando fu donna e di quando fu uomo, e dell’incontro con gli dei e dell’eterna, ingiusta, punizione: sette generazioni da viver sulla terra e la Veggenza a lui concessa dagli dei, è un grande peso, una insostenibile condizione umana, un conflitto reso eterno. Destino e punizione: vedere e sapere ciò che accadrà e non desiderarlo; Lui, il cieco, non può evitare di “vedere” l’umano destino.

Quel sapere sconforta e opprime il suo impotente essere….

Tiresia attraversa numerosi stati, passa da un piano di conoscenza a un altro: la notte scende sui suoi occhi perché folgorati da una visione insopportabile, in cui oltrepassa il limite rigidamente fissato per l’essere umano… Le sue capacità profetiche non sono una compensazione per la perdita subita, ma il superamento di una conoscenza empirica a favore di un “modo altro” di sapere le cose e di comprendere la realtà, conoscere lo spazio-tempo.

Una grande suggestione per una ricerca sull’elaborazione cognitiva dello spazio. Infatti, in assenza della vista, i due sistemi percettivi, udito e tatto, prendono in carico la conoscenza dello spazio, utilizzando strategie differenti, perchè udito e tatto dipendono dalla successione sequenziale, mentre la visione ha il dominio della simultaneità . Ricerca possibile anche grazie al contributo di Luisa Stagni, drammaturga e interprete non vedente”.

Teatri di pietra

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