Sipicciano, il castello e il respiro dell’arte grazie allo scrittore e poeta Antonio Arévalo

castello Sipicciano

Sipicciano è una frazione del Comune di Graffignano. Il borgo antico originario si sviluppa sopra la sommità di una rupe tufacea e comprende il Palazzo Baronale (sec. XV), dimora delle nobili famiglie che nei secoli hanno dominato il paese e i territori circostanti (Baglioni, Altemps, Barberini, Costaguti), con affreschi raffiguranti membri della famiglia Baglioni, e il complesso monumentale della ex chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, al cui interno c’è la Cappella Baglioni, interamente affrescata con la rappresentazione dei miracoli di San Francesco, singolare esempio di pittura tardo-manieristica in area viterbese (XVI sec.). Nella torre medievale sorgerà un Micro Museo dell’arte contemporanea di cui è ideatore  Antonio  Arévalo scrittore, poeta, promotore culturale un “rivoluzionario silenzioso” dell’arte. Un progetto fortemente sostenuto dalla locale ProLoco

Arèvalo nato a Santiago del Cile e costretto alla fuga in Italia appena sedicenne dopo il golpe di Pinochet nel 1973, già addetto culturale dell’Ambasciata cilena in Roma, nonché curatore di importanti esposizioni di artisti contemporanei internazionali in diversi centri e alla Biennale di Venezia, è tra i più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa.

Da anni attivo nella Tuscia dopo un lungo periodo trascorso nel capoluogo, ha elevato nel 2014 il suo buen retiro a Sipicciano. Intorno al castello le vecchie costruzioni fatiscenti sono state abbattute dai vecchi proprietari, come quella di Massimo Corinti che con SIpicciano luogo di nascita conserva un rapporto di radici e di affezione, sue sono alcune delle foto che pubblichiamo.

Il castello di Sipicciano, con le sue torri ottagonali, è già nominato in un documento del 1263 (processo di Selva Pagana), per poi riapparire nelle antiche cronache quando fu bruciato, nel 1326 e poi nel 1328, al tempo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ebbe poi un periodo tranquillo quando il castello divenne di proprietà del Cardinale Albornoz.

 

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