Sepulveda e Petrini: quando il cibo è Un’idea di felicità

Luis Sepulveda e Carlo Petrini

Domenica 19 Ottobre, nella bellissima Sala dei Quattrocento di Orvieto, lo scrittore Cileno Luis Sepulveda e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, conosciuto per i più come Carlin, si sono incontrati per presentare l’ opera frutto della loro collaborazione: “Un’idea di felicità“.

Ci si potrebbe chiedere cosa abbiano in comune questi due grandi uomini, tanto da arrivare a scrivere un libro a quattro mani;  sono parecchi i punti che li accomunano. Innanzi tutto, entrambi sono nati nel’ anno 1949. Nel 1989 poi, nasce “Arcigola” per opera di Petrini poi diventata Slowfood, e esce il primo libro di Sepulveda “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”. Inoltre, un simbolo li accomuna, ovvero la lumaca; simbolo di Slowfood e protagonista di “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Sepulveda.

L’idea del libro nasce da un incontro avvenuto tra i due 2 anni fa, quando Petrini invita Sepulveda all’universita della gastronomia; da subito iniziano a parlare come farebbero due vecchi amici e la loro attenzione si sofferma proprio sul cibo. Con “Un’idea di felicità” il loro desiderio è quello di dare impulso e valore alla tradizione culinaria passata, intendendola come base della felicità umana. Secondo i due autori, infatti, nella società contemporanea, il cibo è vissuto in una situazione di schizofrenia, inserito semplicemente in quella che è la logica del consumo esagerato e della crescita economica.

Petrini afferma che il cibo è un qualcosa di olistico; dietro ad un alimento cè storia, antropologia, chimica e salute. Soprattutto, cè il lavoro di tanti piccoli uomini. Esso va preservato, perchè le risorse non sono illimitate; se ci dà 100, noi non possiamo prentendere 400, perchè finirà per esaurirsi. Durante il dibattito, l’attenzione viene posta anche sull’ attuale condizione dell’agricoltura italiana, sempre più alla sfascio, come aveva previsto anche Pasolini:<<Quando un paese non avrà più contadini e artigiani, non avrà più storia>>. Al giorno d oggi, siamo riempiti dalle televisioni, di trasmissioni di cucina, che lo stesso Petrini definisce “Pornografia Alimentare” e i frigoriferi sono zeppi di prodotti, la maggior parte dei quali di grandi multinazionali, che lasciamo marcire con non curanza.

Già in “Coltivare futuro” Petrini immaginava di parlare al nonno, dicendogli che si trovava a vivere in un mondo dove si spende più per dimagrire, che per mangiare e che la gente, nonostante le migliori condizioni di vita, è più insoddisfatta.

 Ciò che con il tempo si è andato perdendo, è il considerare il cibo come un mezzo per unirsi in comunione con la Terra; la madre della nostra essenza. Come dice Sepulveda, sembriamo vivere in un mito costante, non in una realtà, dove la terra diventa sempre meno fertile, le acque sempre più intossicate dagli scarichi delle industrie e i prodotti sempre più a marchio OGM(organismo geneticamente modificato); perchè il transgenico, fa aumentare l economia, in mancanza di materie prime. Il messaggio che vogliono lanciare ad alta voce (e Petrini lo lancia veramente ad alta voce al grande pubblico che affolla la Sala dei Quattrocento) è che <<bisogna riscoprire il piacere alimentare, la condivisione e la convivialità a tavola; puntare sui piccoli contadini locali e sull’ agricoltura biologica>>.

Il libro, edito Guanda, è diviso in tre sezioni: nella prima è contenuto il dialogo tra Sepulveda e Petrini riguardo temi quale, alimentazione, economia e cambiamenti culturali; nella seconda sezione, Sepulveda espone le sue sette idee di futuro attraverso un racconto; nella terza e ultima sezione le idee per un futuro migliore e più sereno, le espone Petrini, anche mediante un viaggio nella storia di quella che è  “Terra Madre”, l organizzazione nata da un progetto di Slow food, e che ritiene che <<mangiare è un atto agricolo e produrre un atto gastronomico>>. Sulla copertina del libro, ancora una volta, è rappresentata una lumaca; questo perchè l altro messaggio che gli autori vogliono diffondere, è quello del ritorno alla lentezza, sia in cucina che nella vita generale. Bisogna abbandonare i ritmi frenetici e schizzofrenici che caratterizzano la società attuale, e che non ci permetono di gustare la vita stessa.

“Un’idea di felicità”, Guanda, 2014 – Carlo Petrini e Luis Sepulveda – euro 13,00

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