Roberto Saviano: #iostocondonchisciotte e abbraccia il pubblico di Caffeina

di Donatella Agostini

Tutto esaurito all’anteprima del Festival Caffeina del 18 giugno: il teatro della Fondazione, in via Cavour, interamente al completo per accogliere l’arrivo di Roberto Saviano e la presentazione del suo libro fotografico “In mare non esistono taxi”. A presentarlo sul palco Filippo Rossi, direttore artistico di Fondazione Caffeina. «L’evento di stasera mi rende felice perché si adatta molto bene allo slogan scelto per il festival, #iostocondonchisciotte. Chi meglio di una persona come Roberto Saviano può essere identificato nel tipo preromantico di don Chisciotte?», ha affermato Rossi introducendo l’incontro. «Ho conosciuto Roberto nel 2007, quando realizzai un editoriale sul Secolo d’italia – posto strano per fare un elogio di Saviano. Un paio di giorni dopo mi è arrivata una sua mail di ringraziamento. Da lì è nato questo rapporto di amicizia e quando dopo pochi anni è nata Caffeina, Roberto ci ha aiutato a trasformare questo Festival». «Con questa anteprima significativa si inaugura ufficialmente Caffeina 2019», ha aggiunto Andrea Baffo, presidente della Fondazione. «Ed è molto simbolico che sia Roberto Saviano ad inaugurarla: per lui è la terza volta. La prima, nel 2010, a piazza del Comune; due anni fa a piazza San Lorenzo». Per Saviano non era affatto scontato poter presenziare ad un evento in una piazza all’aperto: per motivi di sicurezza, prima di allora aveva incontrato le persone soltanto nei teatri. Saviano ha parlato del suo nuovo libro fotografico “In mare non esistono taxi”, edito da Contrasto, «un racconto visivo e narrativo sul complesso e attualissimo tema dell’immigrazione, inchiesta giornalistica e letteratura allo stesso tempo. I fotografi hanno vissuto le rotte, i tragitti, i campi di concentramento in Libia, i salvataggi, che non sempre riescono ad evitare tragedie inaccettabili» ha aggiunto Giorgio Nisini, direttore artistico del Festival. «Succede che in questi tempi sia davvero facile, quasi scontato, scontrarsi sul tema migranti», ha esordito tra gli applausi lo scrittore e giornalista. «Perché è un tema che porta l’emotività al massimo. Si può credere che siano troppi, che sia un’invasione, “non stiamo bene noi, come possono stare bene gli altri?” Argomenti che toccano. Ma è tutto falso. I numeri parlano chiaramente, non c’è alcuna invasione, anche nei picchi più alti della storia degli arrivi in Italia, sono stati nettamente inferiori di quelli che hanno ricevuto gli altri stati europei. Ma parlare di invasione serve perché è propaganda, è molto facile identificare un bersaglio, che fa fatica a dare il proprio punto di vista, perché dà una soluzione. Non c’è lavoro? Perché ce lo portano via gli immigrati. Non ci sono soldi? Bè, con tutti i soldi che dobbiamo dare agli immigrati. E poi il crimine negli immigrati. Per ogni problema c’è una risposta. E se gli immigrati non ci fossero? Allora bisognerebbe dare una risposta seria al perché non c’è lavoro, al problema criminale. Invece, puoi avere una soluzione semplice incolpando loro. Allora ho deciso di usare la fotografia come testimonianza. Testimoniare significa dire come stanno le cose. O quanto meno, portare il proprio corpo là dove succedono le cose e prendere parte, indipendentemente dalle conseguenze e anche dalla ricezione. La testimonianza è sufficiente a se stessa». Saviano ha poi mostrato foto che in qualche modo sono riuscite, ognuna nel proprio contesto, a smuovere gli animi e anche a smontare propaganda ed ideologie, da quella che ritrae la bambina completamente ustionata dal napalm nel 1972, a quella atroce che mostra un avvoltoio in attesa della morte di una bambina per fame, per arrivare a quella altrettanto terribile del piccolo Ailan morto annegato sulla spiaggia. E di seguito, foto recenti che documentano il calvario di milioni di migranti costretti a spostarsi dalle loro terre di origine sempre più inospitali, per tentare la fortuna nel nostro continente più fortunato. Foto che hanno ciascuna il potenziale di scuotere le nostre coscienze e di far nuovamente emergere doti di empatia e di umanità in ciascuno di noi. Al termine della serata, Roberto Saviano si è trattenuto a lungo con gli spettatori, per i saluti e per il firma copie del suo libro. Appuntamento al 22 giugno, per la giornata iniziale del Festival, con i tanti eventi in programma.

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