Prometeo di Egribianco Danza in scena al Teatro Il Rivellino / V. Luchetti di Tuscania

Nell’ambito della Stagione Danza 2019 di Twain, il 14 dicembre alle ore 21 va in scena l’ultimo e imperdibile appuntamento dell’anno presso Teatro Il Rivellino/V.Luchetti di Tuscania con lo spettacolo Prometeo di Egribianco danza, compagnia di Torino conosciuta e apprezzata in Italia e all’estero.
Per questa produzione internazionale si sono impegnati, con altrettante novità assolute, tre coreografi di grande rilievo artistico, convenuti da tre angoli del mondo: Patricia Apergi dalla Grecia (Prometheus and the rebels of today), Marco Chenevier dalla Val d’Aosta (Le Labbra di Prometeo), Salvatore Romania dalla Sicilia (Prometeo) e il coreografo residente, Raphael Bianco, che ha riservato per sé un breve tassello ispirato ad un personaggio femminile, (Steel orchid), quella Aung San Suu Kyi che senza armi né violenze ha portato la democrazia al suo tormentato Paese, pagandone lo scotto con 15 anni di dura prigione, a cui non l’ha sottratta neppure l’attribuzione del Nobel per la pace. Ne è scaturito un fiotto di creazioni, di caso in caso, passionali, provocatorie, ragionate, controverse, che ogni coreografo ha realizzato con piena autonomia di forma e contenuto, nell’esecuzione dei partecipi artisti-danzatori. Un bel challenge per il pubblico – così come scrive la direttrice Susanna Egri.

PROMETHEUS AND THE REBELS OF TODAY

COREOGRAFIA Patricia Apergi / ASSISTENTE ALLA COREOGRAFIA Georgitsopoulou Eva
DANZATORI Elisa Bertoli, Simona Bogino, Vanessa Franke, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Paolo Piancastelli, Alessandro Romano
MUSICHE Gravitysays_i / COSTUMI Born In Berlin

Ispirata al mito di Prometeo, quest’opera ha come tema centrale il sacrificio che si sintetizza su temi di politica contemporanea e di poesia. Ha origine da radici mitologiche, ma danza su necessità e preoccupazioni contemporanee. Chi sono i ribelli di oggi? Quando un’azione ci rende eroi? Dove è nascosta la speranza? Qual è il prezzo da pagare per sognare, dare o condividere? Come posso trasformare un atto di generosità in un futuro migliore? La narrazione del noto poema si trasforma in un tema vitale per la stabilità della democrazia. Il fuoco è il simbolo. Il calore è l’obiettivo. La scelta è l’arma. Gli strumenti della composizione passano attraverso un’atmosfera densa di contrasti, calma, violenza e ripetizione. La storia è frammentata. Rinata dalla memoria collettiva, come una nostra eredità culturale. Parla per scelte, visioni e sogni. Riflette l’ideale. Rifiuta il sé e costruisce la poetica.

STEEL ORCHID – il fuoco liberato

COREOGRAFIA Raphael Bianco / ASSISTENTE ALLA COREOGRAFIA Elena Rolla
DANZATORI Maela Boltri, Vanessa Franke, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Paolo Piancastelli, Alessandro Romano
MUSICHE György Kurtág / COSTUMI Melissa Boltri

“Ho voluto condividere, con alcuni colleghi che stimo, una riflessione sul mito di Prometeo , in questo terzo e ultimo capitolo del mio progetto Trilogia della Civiltà (che già ha visto esplorati i personaggi di Orlando e Faust). Per quanto mi riguarda molte sono le domande e i pensieri. Chi è Prometeo oggi, qual è il peso della scelta di ribellarsi mettendo a repentaglio la propria vita e quella di chi ci sta vicino, immolarsi per una causa è già una vittoria? Voglio riflettere sul percorso di una scelta di ribellione sino al suo esito più estremo, non tanto per descriverne la realtà della superficie, ma per scandagliare in profondità i misteriosi, contrastanti e irreversibili moti dell’anima di chi offre la propria vita per liberare la collettività. Molti sono i personaggi che incarnano il Prometeo moderno, da Gandhi a Martin Luther King, ma per questo lavoro mi ha ispirato una donna: Aung San Suu Kyi, leader birmana per la resistenza non violenta contro il regime militare che opprimeva. Il suo paese e il cui soprannome è: Steel orchid– orchidea d’acciaio. Prometeo è un corpo di donna che si fa canto, un mantra per la libertà, sussurrato e declinato con passione, leggerezza e ferma determinazione. Il fuoco non è rubato ma liberato contro ogni forma di oppressione: in nome della civiltà, della pace e della giustizia”.
(Raphael Bianco)

LE LABBRA DI PROMETEO

COREOGRAFIA Marco Chenevier
DANZATORI Elisa Bertoli, Simona Bogino, Vanessa Franke, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Alessandro Romano
MUSICHE Godspeed You Black Emperor

“Ho cercato di individuarne i tratti fondanti, privi dei meccanismi tragici (soprattutto della ricerca del capro espiatorio), solo per poter ancora una volta storpiare il suono di queste parole perdute. Ho quindi creato un’accumulazione di icone fino ad arrivare a dei veri e propri gruppi scultorei, ispirati dall’iconografia greco-latina, trasformando il movimento in icona. L’accumulazione si completa con un paesaggio corale in cui il meccanismo del capro espiatorio tragico viene ricordato con la sequenza di due assoli femminili, composti sulla variazione musicale del brano in cui appare una pulsazione che ricorda fortemente una processione, una marcia o la preparazione di un rituale religioso. Il fuoco che ne scaturisce nella scena successiva si posa ancora una volta sulla drammaturgia della traccia sonora per i due quadri finali. La sequenza evolve sino a costituire le ultime icone corali, nella scena bianca, come un set fotografico, acquistando allora il senso che all’inizio poteva essere in contrasto con le proposte formali, andando a chiudere il cerchio proprio con delle icone fotografiche, nude e sovversive, recuperando il primo spirito del Vogguing e la sua portata critica”.
(Marco Chenevier)

PROMETEO

COREOGRAFIA Salvatore Romania / ASSISTENTE ALLA COREOGRAFIA Laura Odierna
DANZATORI Elisa Bertoli, Maela Boltri, Vanessa Franke, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Paolo Piancastelli, Alessandro Romano
MUSICHE Trigg & Gustet / LUCI Enzo Galia / COSTUMI Born In Berlin

I miti dell’antichità hanno e sempre avranno qualcosa da insegnare, anche all’uomo della post-modernità. Forse o soprattutto all’uomo della post-modernità, smarrito in uno spazio infinito dove labirinti di immagini, messaggi, stimoli, spot pubblicitari e merci da acquistare come imperativi assoluti si avvicendano senza sosta, lasciandolo spesso confuso e alla ricerca di una identità forte e solida, di una strada certa da seguire. Come Zeus nel racconto mitico, oggi, il potere decisionale, finanziario ed economico, vuol togliere il fuoco agli uomini condannandoli ad una sorte di caduta verso l’animalità. l’individuo totalmente annichilito, flagellato dalle proprie paure, sembra smarrito come un naufrago disperso nel grande mare globale. Esso necessita, forse, di un nuovo umanesimo, di un risveglio, di un rinnovato fervore che lo motivi consapevolmente della posizione privilegiata dell’uomo nel mondo della natura.

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