Partono i saldi estivi, nella Tuscia sconti e promozioni forti per reggere la pandemia

Partono sabato 1 agosto, i saldi. La situazione del settore moda e abbigliamento non offre previsioni rosee. La crisi innescata dalla pandemia travolge il commercio moda. E se la tendenza negativa rilevata fino ad oggi non si dovesse invertire, circa 27mila negozi di abbigliamento e calzature rischiano di chiudere entro l’anno.

A lanciare l’allarme è Confesercenti, con una stima basata sul crollo di aperture di nuove attività – nella moda calate del 70% nei primi sei mesi dell’anno – e degli elevati rischi di chiusura rilevati dall’Istat, che coinvolgono un terzo delle imprese. Una tendenza negativa che insiste su un settore già debilitato: dal 2015 al 2019 le consistenze si sono già ridotte del 6%, per un saldo di 8mila e 400 imprese in meno.

Le sofferenze del settore sono state acuite dal lockdown. Nei primi cinque mesi dell’anno le vendite sono crollate del -36% sullo stesso periodo del 2019, con picchi negativi di oltre -83% (-89% per le calzature) in aprile, quando solo i negozi online e per bambini erano attivi. Si palesa la perdita di un’intera stagione primavera-estate e si verificano anche forti accumuli di scorte. Se non si interviene per sostenere il settore, falcidiato dalla crisi, a fine anno mancheranno all’appello oltre 22mila imprese del commercio di abbigliamento e quasi 5mila di calzature.

Una tendenza negativa che i negozi hanno cercato di invertire mettendo in campo il periodo di sconti più lungo di sempre: le promozioni sono partite ben prima della data ufficiale di avvio dei saldi del primo agosto. Con la ripartenza delle attività il 18 maggio scorso, infatti, la stragrande maggioranza dei negozi ha introdotto promozioni e offerte speciali. Se si considerano anche le vendite di fine stagione, anticipate in molte regioni e in partenza il primo agosto nel resto d’Italia, si tratta di oltre 120 giorni ‘a saldo continuo’.

“La speranza dei commercianti è di ridurre le perdite di una prima parte dell’anno disastrosa, a causa del lockdown e in parte anche per il travaso forzato degli acquisti sui canali online. Ma non ha giovato nemmeno la mancanza di chiarezza”, spiega Fabio Tinti, Presidente nazionale di Fismo, la categoria delle imprese moda Confesercenti. “Sui saldi è successo di tutto: prima l’accordo fra le Regioni ha posticipato la data di avvio dei saldi, inizialmente prevista per il primo weekend di luglio; poi l’accordo è stato disatteso dalle stesse Regioni. Nel frattempo, promozioni nella stragrande maggioranza dei negozi. Ma gli sconti, adesso, diventeranno più sostanziosi: le percentuali aumenteranno ancora e la necessità di fare cassa, visti gli andamenti del primo semestre, spingerà gli imprenditori al saldo più scontato della storia. Un’occasione anche per i consumatori, a cui ci appelliamo: comprate nei negozi, sono gli affari più convenienti di sempre. Fondamentale – conclude – sarà anche il sostegno al settore da parte del governo. A partire dai benefici fiscali previsti per le rimanenze di magazzino di prodotti caratterizzati da un’alta stagionalità: un provvedimento che non deve limitarsi all’industria, ma essere esteso a tutta la filiera della moda, negozi inclusi”.

“Un’occasione anche per la clientela – afferma Lina Novelli, responsabile FISMO e membro della presidenza nazionale – che consigliamo di recarsi presso i negozi di fiducia che sapranno assistere e consigliare sui prodotti a saldo. Un affare per tutti se si rispettano le regole. I negozi al dettaglio oggi sono la categoria meno tutelata per via delle vendite on line e la grande distribuzione”.

“Un quadro poco rassicurante dalle dichiarazioni dei nostri associati rispetto alle vendite di fine stagione, ma che si aspettavano con l’avvio delle vendite promozionali, che non hanno dato risultati attendibili – aggiunge Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e membro della presidenza nazionale- Più ombre che luci per i saldi che partono domani e si prolungheranno per sei settimane, fra l’altro con una previsione di calo di consumi prevista dal 20 al 40 per cento e con un calo anche della spesa media per famiglia. Questo anche a livello regionale e locale mette a rischio di chiusura molte aziende del settore moda. A Roma enel  Lazio, come risulta da un’indagine della Confesercenti regionale, potrebbero venir meno 6mila aziende. La parta buia riguarda, oltre la capitale, anche Viterbo e le altre città capoluogo che in questo periodo si svuotano di residenti e con la presenza quasi nulla di turisti stranieri e anche per effetto dello smart working corrono il rischio di non decollare. Solo a Roma in smart working vi sono 500 mila impiegati e migliaia nelle città capoluogo. Dai dati in nostro possesso si calcola che rispetto allo scorso anno i negozi associati rischiano un calo 70 per ceento. Chiediamo – conclude Peparello – interventi importanti da parte del governo e dagli enti locali su contributi, per ridare liquidatà alle imprese e attraverso fondi perduti recuperare le perdite pesanti di questo anno. Se così non fosse il 2021 vedrebbe un settore, il made in Italy dalla moda e dell’ abbigliamento, soccombere rispetto ai mercati concorrenti”.

 Confesercenti   – Viterbo

 

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