“Paolo Savi”: viaggio in Sicilia tra arte e senso dello Stato

Il 21 marzo non è solo il giorno di inizio della primavera, da alcuni anni in Italia è la giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In prossimità di questa data si è svolto, un viaggio di istruzione in Sicilia delle classi quarte dell’Istituto “Paolo Savi” di Viterbo.
In un periodo come quello che viviamo, in cui ogni giorno ci troviamo di fronte a situazioni negative e difficili da far comprendere ai più giovani, la scelta dell’Istituto “P.Savi” di un viaggio nella cultura, tra arte e senso dello Stato, ha dato dei risultati capaci di stupire qualsiasi docente. Un percorso difficile, pieno di spostamenti ma avendo sempre per guida i personaggi di quella Sicilia che conserva la forza della cultura e della democrazia greca e che ha saputo alzare la testa contro le degenerazioni della mafia.
Al centro internazionale di documentazione della lotta alla mafia di Corleone, a fare da guida, una ragazza cresciuta nella casa accanto a quella di Riina; a Palermo una giovane vicina all’associazione di Don Puglisi; a Cinniti tra la casa di Badalamenti e quella di Impastato, i ragazzi hanno veramente percorso i cento passi che le separano, comprendendo come – in un così breve percorso – risiedesse la differenza tra valori umani, senso dello Stato e l’arroganza cieca del picciotto!
Lì, la capacità di stare a testa alta di Impastato, attraverso la sua radio, è stata “sentita” dai ragazzi, in toni silenziosi, ma carichi di commozione e significato; altrettanto toccante ed eloquente la visita al museo con le centinaia di faldoni del maxi processo. Ovunque, ragazzi interessati, silenziosi e partecipi, anche coloro che in situazioni differenti, mostrano maggiore facilità alla distrazione. C’è la percezione di essere parte di un’ esperienza importante, ricca, da cui cogliere.

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