Muccino e la paura d’amare in Padri e figlie

Rossella Salvatorelli

padri e figlie

È un dramma coinvolgente il nuovo film americano di Gabriele Muccino, “Padri e figlie“.  Una pellicola, forse un po’ lenta, perché si snoda in un continuo andirivieni fra passato e presente, ma che nel contempo cattura l’attenzione dello spettatore con le fantastiche interpretazioni dei vari personaggi.

I protagonisti sono Jake Davis, romanziere di successo e sua figlia Katie,  legati da un profondo affetto che fa da sfondo all’intera trama del film. A seguito di un incidente in macchina, Jake oltre a perdere la moglie e madre di sua figlia, ancora bambina, resta segnato da un disturbo mentale, causa di una crisi creativa dal punto di vista professionale e dunque anche economica. Katie invece combatte con la paura dell’abbandono. A 25 anni vive a New York, è molto bella, diventa una valida assistente sociale e si prende cura di una ragazzina traumatizzata in cui forse ritrova se stessa, ma non riesce a costruirsi una serena storia sentimentale. Ma il dramma degli affetti, raccontato da Muccino, lascia spazio all’ottimismo: la voglia di farcela alla fine premia, seppur con sacrificio.

Il cast: Russel Crowe, Amanda Seifried, Jane Fonda, Aaron Paul

IL TRAILER CLICCA QUI

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