La Viterbese non sfata il tabù Avellino: D’Angelo al 95’ gela il Rocchi e regala tre punti agli irpini

di Valentino Cesarini

Un KO che fa male per come è arrivato! Minuto 95’, ultimi secondi del match che si sta chiudendo senza reti, Falbo commette un fallo ingenuo fuori dall’area da posizione defilata. Sulla palla va Tito che mette in mezzo all’area un pallone d’oro per la testa di Santo D’Angelo, classe 1995, che non segnava dal 10 marzo 2019 quando indossava la maglia della Sicula Leonzio. Una sconfitta immeritata per quello che si è visto in campo, visto che il risultato più giusto era il pareggio, ma il calcio sa essere bello e crudele anche per questo tipi di eventi. Mercoledì Viterbese che sarà di scena sul campo della Turris nel turno infrasettimanale, prima del big match contro il Bari.

 

Agenore Maurizi è costretto a cambiare tre elementi rispetto alla gara di Terni. Bianchi prende il posto dell’infortunato Markic, Salandria quello dello squalificato Tounkara e il giovane Emanuele Menghi quello di Sibilia. Sempre indisponibili Palermo, De Santis, Cerroni, De Falco, Antezza e Scalera. Il tecnico romano cambia anche il modulo rispetto a una settimana fa, perché dal 3-5-2 con due punte vere, si passa al 3-5-1-1 con Bensaja dietro all’unica punta Rossi. Esordio per l’ex Catania Salandria.

Braglia rivoluziona qualcosa e opta per il 3-4-1-2 con Maniero punto di riferimento in attacco, con Bernardotto e Santaniello accanto. In campo due ex Viterbese: il portiere Francesco Forte e il difensore Mirko Miceli.

Gara che sin dalle prime battute è avara di emozioni, con le due squadre che si studiano e cercano di capire quale sia il momento giusto per far male. Dopo una conclusione di Menghi che termina fuori, bisogna aspettare il 33’ per avere un sussulto, che è di marca campana. Maniero calcia dal limite, Daga respinge come può, il pallone resta in area ma Baschirotto è provvidenziale ad anticipare Bernardotto e sventare il pericolo. Di fatto è l’unica vera azione degna di cronaca della prima frazione.

Ripresa che si apre e Braglia che toglie dal terreno di gioco Bernardotto per Silvestri, passando al 3-5-2. Gara che si accende nel giro di pochi minuti con un’azione per parte. Prima ci prova Urso con una conclusione di prima intenzione che termina alta, poi è la volta di Silvestri che non inquadra lo specchio della porta con un destro dal limite. Al quarto d’ora fa il suo esordio anche il laziale Luca Falbo che prende il posto di Simonelli, out per un problema fisico. Ritmo del match che si alza nonostante la pioggia non voglia smettere di cadere. Al 67’ Alessandro Rossi riceve palla, stoppa e calcia al volo in caduta con la sfera deviata in angolo. Passano dieci minuti e l’Avellino si rende pericoloso con un tacco volante in area di Miceli sventato in tuffo da Daga. Nel finale di gara proteste per un presunto fallo in area irpina ai danni di Matteo Menghi, ma il direttore di gara lascia correre fra le proteste. Restano i dubbi. Pochi secondi dopo lo stesso Matteo Menghi viene espulso per doppia ammonizione. Quando sembra che il match sia chiuso sullo 0 a 0, proprio al minuto 95’ arriva la tremenda beffa per la Viterbese. Falbo commette un fallo ingenuo da posizione defilata. Punizione velenosa di Tito, D’Angelo svetta di testa insaccando alle spalle di Daga, facendo esplodere la panchina dell’Avellino, che può festeggiare una vittoria importante.

 

Valentino Cesarini

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