“La bomba è in sicurezza. Il giorno del disinnesco però la popolazione interessata dovrà essere evacuata”. Punto. Prefetto, questore, vertici militari, sindaca, di più non aggiungono, rinviando a successive conferenze stampa le informazioni riguardanti la data del disinnesco e le misure da adottare a salvaguardia della popolazione. Almeno quella che risiede nel perimetro attorno a via Alcide De Gasperi dove ieri l’altro, nel corso di scavi per la costruzione di un immobile, è emersa dal terreno una gigantesca bomba d’aereo inesplosa, risalente alla seconda guerra mondiale. Una conferenza in Prefettura, brevissima, ridotta all’osso, che è servita soltanto per fare il punto della situazione. Ne seguiranno altre, secondo una tabella di marcia ordinata, scrupolosa, attenta, coniugata all’operazione di bonifica. Intanto una cosa si è capita: essa non sarà completata prima del mese di maggio. “I turisti potranno venire tranquillamente a Viterbo per il 25 aprile e il primo maggio. Li accoglieremo nel migliore dei modi come sempre”, sottolinea la sindaca Chiara Frontini, confermando le tempistiche più accreditate: una cinquantina di giorni. Causa vibrazioni, il traffico pesante (per gli automezzi di oltre 3,5 tonnellate) sarà ancora inibito in prossimità di via De Gasperi. Sospesi i lavori di rifacimento del manto stradale in via Belluno. A cura del comune sarà predisposto un vademecum comportamentale da distribuire alla popolazione interessata, immediatamente prima della operazione di sminamento. E quanti saranno i viterbesi ad allontanarsi forzatamente da casa? Domanda legittima alla quale prefetto, questore, sindaca, non hanno potuto o voluto rispondere. Men che mai gli artificieri che da due giorni stanno lavorando attorno all’ordigno: “Dobbiamo prima valutare tante cose: la sua potenza, il suo stato di conservazione, la collocazione sul terreno”, spiega il generale Andrea Di Stasio. “Possiamo soltanto dire che si tratta di un ordigno tra i più grossi tra quelli che in tanti anni ci siamo trovati a disinnescare”, aggiunge il capitano Luigi Prencipe. Anche se non serve troppa immaginazione, magari solo un pizzico di conoscenze storiche, per stabilire con quasi certezza che si tratta di una bomba alleata di proporzioni fuori dal comune (certo di oltre 500 chili), sganciata probabilmente nel ’44 per colpire un bersaglio vitale come quello costituito dalla stazione di Porta Fiorentina che sorge a qualche centinaio di metri da via Alcide De Gasperi. I militari non confermano. Saranno esaustivi alla fine dell’operazione: “Possiamo però garantire che le informazioni alla popolazione saranno continue, precise e puntuali”.
In questo periodo, fino al giorno della bonifica, permarranno le misure già adottate con apposite ordinanze, ovvero quelle che limitano la circolazione dei mezzi pesanti nelle vie del perimetro di sicurezza (ord. dirigenziale n. 139 del 20-3-2024, polizia locale) e le attività potenzialmente produttive di vibrazioni al suolo e al sottosuolo, quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, cantieri edilizi, cantieri stradali, scavi, eccetera, sempre nel perimetro di sicurezza (ord. sindacale n. 17 del 20-3-2024).