Il Siracusa frena i gialloblù e l’Etna blocca i viterbesi a Catania

di Claudio Petricca

Una di quelle giornate nere da segnare in rosso sul calendario, una di quelle trasferte che ti lasciano l’amaro in bocca e che uniscono al dispiacere della sconfitta, sempre dolorosa per chi segue questi colori in ogni angolo d’Italia, gli enormi disagi causati dalle bizze di un Etna risvegliato che ha portato alla chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa, costringendo il manipolo di tifosi eroi, squadra e noi addetti ai lavori a un rocambolesco rientro a casa.

LA SCONFITTA – Una giornata iniziata con i primi segnali negativi, oltre novanta minuti di ritardo alla partenza da Fiumicino direzione Catania e proseguita con una prestazione sottotono dei ragazzi di Calabro al “De Simone” contro un agguerrito Siracusa che ha approfittato della giornata particolare dei gialloblù per acciuffare una vittoria preziosa. Viterbese sottotono che inizia a pagare il tremendo tour de force alla quale è costretta e che ha così potuto approfittare del primo dei sei recuperi per accorciare la classifica ad acciuffare, forse in argo anticipo sulla tabella di marcia, quel posto nella griglia play-off che rappresenta al momento il primo immediato obiettivo. Squadra con poche idee che ha subito l’aggressività dei padroni di casa bravi ad approfittare della solita sbavatura difensiva, la seconda consecutiva dopo quella di Cava de’ Tirreni, per piazzare il colpo del KO per poi difendersi con i denti dagli attacchi poco lucidi ed incisivi dei ragazzi di Calabro. “Nelle ultime sei partite di campionato abbiamo fatto tredici punti e da quando sono arrivato la squadra ha fatto ottimi risultati e anche questa sconfitta può generare situazioni positive, se la prendiamo come insegnamento. In questo momento devo solo pensare a ripristinare le energie fisiche e nervose – afferma il tecnico gialloblù ai microfoni di “Direttasportviterbo” – la partita è stata decisa da un episodio e se in altre occasioni eravamo riusciti ad aggiustare la situazione, oggi no. È chiaro che quando si perde vengono fatti degli errori, ma se fosse arrivato il pareggio come contro la Cavese, staremmo di nuovo qui a parlare di grande reazione e di Viterbese che non molla mai”. Un gol subito con l’ennesima disattenzione: “Il Siracusa è una squadra molto insidiosa e noi sull’azione del gol ci siamo fatti trovare impreparati. Ma vi garantisco che non abbiamo preso sottogamba l’impegno, anche perché non siamo nelle condizioni di farlo”. I colleghi siciliani incalzano il tecnico gialloblù: “Si tratta di un vero e proprio  esperimento per vedere come risponde una squadra a giocare così tante gare in così poco tempo, non esiste un precedente simile di questo genere ed in questo momento non possiamo guardare a degli obiettivi a lungo termine ma sia ben chiaro, non voglio l’alibi della stanchezza, né per me né per la squadra”. Poi il pensiero ai tifosi:  “Ho apprezzato molto la loro presenza – conclude Calabro – in una trasferta così lunga e in mezzo alla settimana. A maggior ragione ci tenevamo a vincere per ripagare anche i loro sforzi e mi dispiace che non ci siamo riusciti”.

ETNA – Ma l’epilogo della giornata da dimenticare arriva al “Fontanarossa” quando tifosi, squadra e noi addetti ai lavori troviamo l’aeroporto chiuso per la cenere che si era accumulata sulle piste. La squadra rientra in albergo per ripartire la mattina successiva verso Roma mentre per gli altri inizia una autentica odissea notturna. Cerchiamo insieme ai tifosi una soluzione che ci permetta di rientrare il prima possibile, prima il treno, poi addirittura la nave infine l’auto. Per i ragazzi gialloblù sarà l’inizio di una lunga notte che li porterà prima con un breve tragitto in treno, poi in pullman verso Salerno infine ancora in treno a Roma verso casa. Li incontriamo all’autogrill dell’autostrada A3 in terra campana, sono stanchi ma hanno la forza di vincere la loro battaglia contro il destino che gli ha messo di fronte un ulteriore ostacolo dopo il duro e lungo viaggio. Onore a loro che sono l’esempio, la forza motrice di una tifoseria che dovrebbe seguirli soprattutto al Rocchi. Per noi inviati la notte si trasforma invece in un lungo viaggio sull’autostrada fino alle luci di questa mattina quando, seppur stanchi, delusi e affaticati riusciamo a scrivere questo pezzo.

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