Il “Porco Cignale” fa il bis nella Tuscia

Dopo il successo registrato nella prima giornata della 1° Festa del Porco Cignale (svoltasi all’Antico Borgo La Commenda, Loc. Commenda, 98 – dalla Cassia Nord, direzione Marta) si replica l’evento il 20 settembre dalle 11,00 alle 23,00 presso l’Agriturismo Il Marrugio (Strada Borgherolo, 4 – Loc. Carrozza – Viterbo). In tal modo si soddisfa la curiosità anche di coloro che non hanno potuto (ma avrebbero voluto… soprattutto dopo i riscontri di chi ha assaporato la prelibata e “innocua” carne di questo particolare suino) presenziare al primo appuntamento! Come anticipato precedentemente, nell’anno dell’Expo, dedicato alla cultura del cibo, allo scambio di idee, preparazioni e sapori, non si poteva “celare” il gusto di una “casuale” eccellenza, già vivanda prelibata nei banchetti cinquecenteschi della Tuscia, e scomparsa per estinzione della specie.
Il “porco cignale” è un suino citato su alcuni documenti e cronache del ‘500 quando si raccontava che al tempo dei Farnese, nell’area del ducato di Castro, vi erano molti allevamenti di maiali e poiché il territorio (verso i cosiddetti “Monti di Castro”, del “Lamone”, o di “Mezzano”) era ricco di cinghiali selvatici, accadeva spesso che qualcuno di essi si introducesse nelle “porcilaie” o entrasse nei recinti di allevamento andando così ad accoppiarsi alle scrofe da cui, a tempo debito, sarebbero nati degli incroci che la gente chiamava “porco cignale”. Da questi “incidenti”, ovviamente, si aveva un prodotto dalla carne più saporita e ricercata. Le comunità del Ducato di Castro, in occasione di visita del Duca, dei cardinali o di dignitari di casa Farnese, erano solite donare oltre ai vini e a vari tipi di ricercate cibarie, il “porco cignale”.
A distanza di anni nell’allevamento di cinta senese dell’Azienda Agricola Il Marrugio il “fattaccio” si è ripetuto: un cinghiale “intraprendente” si è intrufolato nella proprietà dove le cinte crescono alla stato brado ed ha ingravidato alcune scrofe, ahimè “inquinando” la suddetta (e preziosa!) razza. Tuttavia, si sa che dietro ogni problema si nasconde un’opportunità (per chi sa coglierla!) e, in questo caso, si è trattato del “casuale riavvio” di una specie sostanzialmente scomparsa le cui carni offrono al palato gusti e consistenze dimenticate, ma che nel momento in cui si assaggiano (soprattutto nella “classica” preparazione a “porchetta”!) fanno comprendere perché un tempo il “porco cignale” era dono di prestigio per pochi eletti. In particolare, questa essendo derivata da incrocio di cinta senese e cinghiale, ha comprovata salubrità ed effetti positivi sulla nostra salute. Ciò a seguito della particolare alimentazione di questi animali che essendo a base soprattutto di ghiande, tuberi, tartufi, radici e del tappeto erboso, dà alle carni sapore e caratteristiche unici. Gli effetti positivi sono la persistente sapidità e succulenza della carne che risulta essere più rossa e gustosa rispetto alle altre carni suine. Inoltre, è accertato che se si inserisce questo suino nella propria alimentazione si possono ottenere effetti positivi sulla dieta, grazie alla maggiore concentrazione di acidi grassi insaturi, in particolare della serie Omega 3 (i quali sono associati ad una diminuzione dei grassi nel sangue) e Omega 6 (dalla comprovata azione antitrombosi). D’altronde, rammento che il lardo di cinta senese è molto più ricco di acido oleico (che notoriamente contrasta il colesterolo) e di acidi grassi polinsaturi rispetto a quello tradizionale. Il grasso è meno consistente e più fluido, perciò molto più gradevole al palato.
Dunque, non resta che annotarsi in agenda il 20 settembre e partecipare ad un Festa che ospiterà stand con prodotti tipici dell’Azienda Agricola Il Marrugio ed eccellenze di altre aziende. Divertimento, magia e musica saranno garantiti, a partire dal pomeriggio, dalla presenza dei partecipanti alla prima edizione di AAA TALI e QUALI CERCASI, del Mago StefanClod e, in serata, della cantante ed attrice Laura Leo.

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