Il libro di Rinaldo Cordovani, un ricordo di Gianfranco Chiti

di Vincenzo Ceniti

Ci capita tra le mani un prezioso libro di Rinaldo Cordovani (ed. Ares, Milano 2019, pagg. 240 con foto b.n.) il cui contenuto è narrato nel titolo “Gianfranco Chiti, lettere dalla prigionia (1945)” prefazione di mons. Santo Marcianò Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia e introduzione di Giuseppina Bruscolotti Consigliere Diocesano (Caritas Parrocchiali). Chiti, di buon lignaggio piemontese (1921- 2004), uomo di Patria, d’Onore e di Fede ha fatto del grido interiore “Alla ricerca del bene” il Credo della sua vita, prima come militare poi come sacerdote. Ebbi modo di conoscerlo negli anni Settanta quando – Comandante della Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito a Viterbo – mi apri le porte del teatro della Scuola per una serie di rappresentazioni a favore degli allievi promosse dalla Regione Lazio in collaborazione con l’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo di cui ero direttore. Impressione istantanea di un uomo sereno; al comando aggiungeva un’empatia mistica che trovò il suo esito spirituale nel 1982 quando, dopo un breve noviziato presso i Cappuccini nel convento di Rieti, fu ordinato sacerdote. Cordovani (Viterbo 1932) archivista della Provincia Romana dei Cappuccini e direttore del bimestrale “La Posta di Padre Mariano”, ha avuto il merito e la pazienza, da collaudato ricercatore, di riunire nel libro un documentato epistolario tra Chiti e padre Edgardo Fei (1913-2007) suo cappellano militare che ripercorre in tragiche sequenze i dolori e gli orrori della guerra. Tra una lettera e l’altra Cordovani inserisce stralci di storia a mo’ di dense didascalie al racconto. Lettura provvidenziale per ricordare e meditare

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