Festa della Repubblica,le iniziative a Viterbo in piazza dei Caduti

Il 2 giugno alle 10, a piazza dei Caduti, a Viterbo, si terrà la cerimonia provinciale di celebrazione del 77° anniversario della Repubblica Italiana alla presenza delle autorità militari, civili, politiche e religiose.

Dopo lo schieramento del plotone d’onore interforze, l’ingresso dei medaglieri e dei labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e dei gonfaloni della Città e della Provincia di Viterbo, si procederà alla cerimonia dell’alzabandiera e alla deposizione di una corona al Sacello dei Caduti, accompagnate dall’esecuzione di alcuni brani musicali a cura degli elementi della banda dell’Aviazione dell’Esercito.

Seguiranno la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica da parte del Prefetto di Viterbo, Antonio Cananà, le allocuzioni del Sindaco del Comune capoluogo, Chiara Frontini, del Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, e un intervento a cura del prof. Elio D’Auria, già titolare della cattedra di Storia contemporanea presso l’Università della Tuscia.

Saranno consegnate le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ad alcuni cittadini viterbesi per le benemerenze acquisite verso la Nazione.

Sarà insignito del titolo di Ufficiale il Generale dell’Esercito Claudio Fàzari.

Saranno insigniti del titolo di Cavaliere:

  • Colonnello dell’Aviazione dell’Esercito Guido Bulsei;
  • Maggiore dell’Esercito Luca Cruciato;
  • Maggiore dell’Esercito Davide Francesco Ricciardi;
  • Luogotenente carica speciale dell’Arma dei Carabinieri Omar Crivella;
  • Luogotenente carica speciale dell’Arma dei Carabinieri Enrico Ferretti;
  • Ispettore Superiore Tecnico della Polizia di Stato Dott. Mario Ciaccio;
  • Luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza Marco Bianchi;
  • Luogotenente carica speciale della Guardia di Finanza Giampiero Giuliobello;
  • Dottoressa Elisa Quadraccia, dirigente del Ministero dell’economia e finanze.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Prefettura di Viterbo

 

La dichiarazione del Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli 

Sono passati 77 anni da quando l’Italia ha scelto con un referendum di intraprendere la strada della Repubblica e della democrazia. Un referendum che, è sempre bene ricordare, è stato universale per la prima volta nella storia del Paese.

Quel 2 giugno 1946, le italiane e gli italiani hanno deciso alle urne di chiudere per sempre il capitolo della monarchia e di iniziare a scriverne uno nuovo fatto di partecipazione politica, di autodeterminazione e di amore per la libertà.

Quella di scegliere la Repubblica non era affatto una scelta scontata. Anzi. L’Italia veniva da una dittatura sanguinaria ventennale e da un conflitto mondiale che aveva seminato ovunque nel Paese morte e distruzione. La società era poi ancora fortemente divisa e quello della Repubblica era un esperimento politico che in Italia non aveva nessun precedente storico.

Perché dunque lasciare una strada controversa ma conosciuta, la monarchia, per una nuova e incerta? È questa la domanda che tanti italiani si sono posti, prima di andare a votare quel 2 giugno di 77 anni fa. Eppure, la Repubblica ha prevalso. Con quel referendum il popolo italiano ha voluto infatti mandare un messaggio chiaro a tutto il mondo: fino a un anno prima in questa terra vigeva il terrore e lo stato di polizia, ora vogliamo invece che fiorisca la democrazia.

Il 2 giugno 1946 è dunque una data fondamentale non solo per la storia italiana, ma anche e soprattutto per la storia individuale di ognuno di noi. È grazie anche a quel referendum che oggi siamo liberi di scegliere, di cambiare, di vivere a testa alta, di costruirci un futuro. E non c’è nulla di più bello al mondo di questo.

Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva l’Italia.

Il messaggio della sindaca Chiara Frontini

Il messaggio di oggi, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica.
Il 2 Giugno 1946 le italiane e gli italiani, decidendo per la Repubblica, hanno impresso una svolta nella storia della Nazione: venivamo dalla tragedia della guerra mondiale, da una dittatura, da anni di lutti e devastazioni. Ci sono voluti circa 5 anni per iniziare a vedere la luce dopo un periodo così buio: anni di duro lavoro, durante il primo anno e mezzo le madri e i patri Costituenti hanno riscritto lo scheletro istituzionale e sociale del paese, e nel frattempo e a seguire gli attori economici e produttivi del Paese hanno creduto, investito, a fianco dello stato e delle istituzioni per far ripartire il paese.
Era il 1951, cinque anni dopo quel 2 Giugno 1946, che iniziò a risalire il prodotto interno lordo nazionale ed ebbe avvio quella che gli storici e gli economisti hanno chiamato, poi, l’Età dell’Oro, la Golden Age, o il Miracolo italiano. È la storia che ci insegna che dopo ogni grande scelta, ci vuole il duro lavoro e l’unità di una comunità per risollevarsi dopo una caduta.
Oggi la situazione non è meno grave di allora. Mutato contesto, ma stessa portata epocale di difficoltà e obiettivi. Il 2 Giugno di oggi, la Festa della Repubblica di oggi è comunità, è partecipazione, è responsabilità collettiva, ognuno per la propria parte, del buon andamento del Paese.
Il 2 Giugno di oggi, la Festa della Repubblica di oggi è senso civico, è desiderio di prendere parte alla costruzione di un progetto comune. Non è stare a guardare dalla finestra i fatti che accadono, ma è prenderne parte perché si ha il diritto e il dovere di farlo, da cittadini liberi e consapevoli che niente è facile, ma nemmeno impossibile.
Viva la Repubblica Italiana, Viva l’Italia ed Evviva Viterbo.
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