Alessandro Scibilia, per Olitar, ha spiegato di aver voluto pensare all’ulivo come simbolo di pace. Unendo la musica celtica alla degustazione di prodotti enogastronomici a km 0, primo fra tutti l’olio del frantoio. Che ha condito i legumi di Podere Loriana. E poi sono stati serviti il dolce, preparato dalla cuoca dell’Alleanza Slow Food Vittoria Tassoni, e il vino offerto da “Terre Giorgini”.
Nella grande sala con le decorazioni natalizie e un camino acceso, ai lunghi tavoli erano seduti clienti abituali, ma anche molte persone venute da Tarquinia e da Civitavecchia per scoprire una realtà che produce olio di qualità. C’erano diversi produttori di zona e i rappresentanti delle Università Agrarie di Civitavecchia e di Tarquinia. Il consigliere Stefano De Paolis ha portato i saluti della prima, il presidente Alberto Tosoni è intervenuto per la seconda. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di Olitar per il settore agroalimentare del comprensorio.
La colonna sonora del pomeriggio è stata quella del gruppo civitavecchiese “Groot”. Composto da Paolo Bernardini (basso e percussioni), Francesco Ceccarelli (plettri), Mauro Crisostomi (cornamusa), Giuseppe Fortunato (chitarre) e Giuseppe Frignani (flauti, voce). E ieri al violino di Camilla Crisostomi.
Il Frantoio Olitar nasce 40 anni fa a Tarquinia. “Noi – ha spiegato Alessandro Scibilia – abbiamo sempre lavorato per innovare e avere prodotti di qualità sempre migliore. Di recente, nel periodo natalizio, abbiamo preso a organizzare piccoli concerti per i clienti, ma anche incuriosire chi non ci conosce. Quest’anno, con il supporto dell’Università Agraria di Civitavecchia, abbiamo pensato a un’iniziativa che leghi al messaggio di pace portato dall’ulivo (il cui ramoscello da sempre la rappresenta), offerte gastronomiche locali e musica”.
“Le produzioni sono un po’ altalenanti da una stagione all’altra, ma la nostra vendita al pubblico è superiore ai 100 quintali annui. Questa per esempio è stata un’annata complicata per le condizioni climatiche, causa di una ridotta produzione di olive qui e nel resto d’Italia – ha continuato Scibilia – noi abbiamo lavorato circa il 50% in meno rispetto ad annate buone, ma siamo comunque riusciti a produrre l’olio di qualità che vendiamo al frantoio. Aperto tutti i giorni, dell’anno, esclusa domenica. Il nostro olio si trova pure in alcuni negozi a Tarquinia. Poi facciamo moltissme spedizioni soprattutto in Nord Italia. Ed esportiamo in paesi della Ue. Ultimamente abbiamo dei contatti in Germania”.
Poi il Frantoio fa tanto altro: organizza visite guidate della struttura, collabora con l’istituto agrario di Tarquinia, lo Stendhal Alberghiero di Civitavecchia e con l’Università Lorenzo dei Medici che è collegata con alcuni atenei statunitensi, quindi ogni tanto Olitar ospita studenti americani per dei master. e poi ancora si offrono degustazioni guidate, dei convegni, dei corsi di potatura a primavera e anche delle giornate informative per agricoltori.