Dall’Inferno al Paradiso,tra i paesaggi più belli e dimenticati di Viterbo: necropoli, castelli e terme

Castel d'Asso_Antico presente

Famosa per le sue meravigliose architetture urbane medioevali, Viterbo anche appena fuori le mura vanta un considerevole patrimonio archeologico, storico e naturalistico ancora poco conosciuto e che andremo a scoprire nel nostro itinerario. L’area geografica del Viterbese si è sempre rivelata una fucina inesauribile di ricchezze storiche attribuite alla presenza di numerosi centri arcaici depositari senza ombra di dubbio dell’antica civiltà etrusca. Tito Livio, menzionando questa terra, la definiva opulenta.

Nei primi anni 1800 fu scoperta la prima necropoli rupestre etrusca, che per fatalità è anche una delle più spettacolari. Si tratta di Castel d’Asso i cui resti si ergono su una “penisola” di tufo, alla confluenza di due fiumi, nelle vicinanze della cosiddetta area termale.

L’area della necropoli che per gli antichi etruschi rappresenta la destinazione finale, una sorta di “Paradiso” è caratterizzata, a differenza delle altre necropoli rupestri d’Etruria, da una netta concentrazione di tombe a facciata, in una zona di estensione piuttosto limitata. Sono variamente intagliate nella roccia tra il IV ed il II secolo a.C, distribuite su due o anche tre ordini sovrapposti, composti dalla facciata, ambiente di sottofacciata e la vera e propria camera sepolcrale. Tutte le facciate si caratterizzano dalla raffigurazione della Finta Porta, la porta dell’Aldilà, elemento distintivo di un popolo strettamente legato all’aspetto mistico del vivere e del morire. L’interno delle tombe con sepolture disposte a pettine, ci ricorda un ventre di pietra. Attraverso un ponticello raggiungeremo il luogo dell’antico insediamento sul quale sorgeva il castello medievale del quale restano le mura di fortificazione, numerose grotte, l’antica porta e la torre.

Un  pranzo al sacco da consumarsi in una location speciale e tipica viterbese, in prossimità delle sorgenti termali e del celebre Bullicame, grossa risorgenza d’acqua sulfurea ben nota fin dai tempi dei Romani e descritta come l’Inferno da Dante nella Divina Commedia. Con la possibilità di immergere i nostri piedi o per chi vuole anche l’intero corpo.

Nel pomeriggio è prevista una passeggiata all’interno di una grande azienda zootecnica per raggiungere le misteriose e solitarie rovine di Castel Cardinale con la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: è uno dei “manieri perduti” più romantici,  affascinanti e “segreti” del Lazio.

Visite guidate ed escursioni a cura di Antico Presente

Guida
Sabrina Moscatelli, Guida Turistica Abilitata e Guida Ambientale Escursionistica associata A.I.G.A.E.

Dati tecnici
Lunghezza: 6 km
Dislivello: 100 m
Difficoltà: facile con possibile presenza di fango
Profilo itinerario: percorsi a/r
Durata: 5/6 ore

Appuntamento
Sabato 1° aprile alle ore 10.00 a Viterbo. Il luogo preciso verrà comunicato ai partecipanti. Gli altri spostamenti saranno tutti effettuati con la macchina e si camminerà solo nei siti di Castel d’Asso e Castel Cardinale per un totale circa 6 km

Equipaggiamento
Scarponcini da trekking, zaino e non borse a tracolla, acqua minimo 1.5 litri (non ci sono approvvigionamenti dell’acqua lungo il percorso), abbigliamento adatto alla stagione (vestirsi a cipolla). Consigliati i bastoncini.

Condizioni
Prenotazione obbligatoria alla quale si riceverà conferma sulla disponibilità.
La guida si riserva il diritto di annullare o modificare l’itinerario proposto a sua discrezione, per garantire la sicurezza in base alle condizioni del meteo e dei partecipanti.

Informazioni e prenotazioni
Sabrina 339.5718135 – info@anticopresente.it – www.anticopresente.it

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