Sono Tommaso, ho ventisette anni, compiuti a marzo, celebrati nell’insolita solitudine milanese. Compleanni, festività, eventi ed anniversari hanno assunto una nota inevitabilmente memorabile, non solo per la quarantena in atto ma per lo stesso luogo fisico in cui la si vive e sicuramente il contesto milanese può raccontare molto.
Mi sono laureato in Lingue e Culture Moderne presso l’Università degli studi della Tuscia ed ho partecipato al programma Erasmus+, organizzato con l’Universidad de Valladolid in Spagna. In quegli anni ho iniziato ad appassionarmi per il mondo della cucina e deciso ad approfondirne l’interesse, mi sono iscritto all’Etoile Boscolo Academy, rinomata Scuola di Cucina della Tuscia. Qui ho conseguito il diploma come cuoco professionista e ho potuto conoscere da vicino il lavoro nella cucina, anche grazie ad un’esperienza estremamente formativa in Emilia Romagna. Spinto dalla voglia di ricercare nuovi stimoli, ho accettato senza neanche pensarci un’offerta nel capoluogo lombardo. Fin da subito sono rimasto colpito dal dinamismo e in particolar modo dall’efficienza di questa città. Milano, come motore instancabile, macchina da lavoro che accoglie risorse dalla Sicilia a salire. Sono migliaia i giovani e non solo che cercano opportunità, pronti a spendere e a mettere al servizio le proprie competenze e voglia di lavorare. In questa logica di pro attività non può che far caso il clima singolare e a tratti ambivalente che oggi si respira: vi è diffidenza, qui il virus ha colpito e colpisce duro ogni giorno; le persone che ancora camminano per strada cambiano direzione per non incrociarsi; i pochi passeggeri della metro che rimangono, cercano di sedersi da soli in vagoni vuoti; del frastuono delle stazioni e delle piazze non rimane che l’eco lontano. Ciononostante si può intuire che non scompare quel carattere orientato alla produttività, all’operatività lavorativa, all’abnegazione.
Rispetto la mia personale situazione, è ormai un anno che convivo con la mia compagna in questa metropoli e se prima della quarantena, per via dei ritmi di lavoro, ci vedevamo solo nel weekend, oggi ci sembra surreale poter passare così tanto tempo insieme. A lei, stagista nell’ambito human resource, non avendo tutele dal punto di vista contrattuale, è stato immediatamente sospeso lo stage fino a data da destinarsi. Mentre io lavoro con orario ridotto, nel ristorante San Maurì situato nel centro storico di Milano, a due passi dal Duomo. Gia all’inizio di febbraio avevamo riscontrato un calo del lavoro considerevole, poi, con lo scoppiare della pandemia di covid-19 e l’attuazione dei vari decreti governativi, a tutela della salute dei clienti e dei lavoratori, abbiamo necessariamente dovuto riadattare il ristorante e la cucina per il cibo da asporto, e come noi, altre aziende si stanno rivoluzionando per andare incontro alle esigenze che ci impone il momento. Resta la voglia di ritornare a sentire il vivace chiacchierio dei clienti che un tempo affollavano le sale del locale, di rivedere le luci dei fanali nel traffico notturno, addirittura il non trovare posto nei vagoni della metro alla fine del turno serale di sabato. Ci auguriamo tutti che l’emergenza finisca presto e che questa città, come tutte le altre città, possano godere ancora dell’allegria davanti ad un buon bicchiere di vino e magari un risotto con osso buco, accolti dall’ospitalità dei tipici ristoranti italiani noti in tutto il mondo!

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