L’dea iniziale fu di Vittorio Sgarbi, la direzione artistica curata da Massimo Spada ha definito la cifra del Festival della Tuscia ospitando in quattro edizioni grandi nomi della cultura internazionale che si sono alternati tra conversazioni, spettacoli teatrali, installazioni, performance, incontri con autori e concerti alla scoperta di repertori e programmi inusuali. Dal 19 settembre al 12 ottobre 2025, la provincia di Viterbo si è,trasformata in un palcoscenico diffuso dove Massimo Spada ha saputo costruire un programma che spazia dalla musica da camera al repertorio sinfonico, dalle contaminazioni cinematografiche alle prime esecuzioni italiane. Gli eventi si sono tenuti in vari comuni, tra cui Viterbo, Gallese, Ischia di Castro, Vallerano, Bassano Romano, Bolsena, Vitorchiano e Sutri. L’edizione 2025 è ispirata al concetto di “La leggerezza”, che riflette un approccio profondo e luminoso alla musica e all’arte.
Tra gli appuntamenti in fase di chiusura val la pena ricordare. A Vitorchiano il 10 ottobre scorso nella sala consiliare del Comune il concerto per clarinettocon due capolavori senza tempo: il Trio op. 3 di Zemlinsky e il Trio op. 114 di Brahms, opere che racchiudono intimità, malinconia e poesia, trasformando la musica in luce e leggerezza che hanno ammaliato il pubblico presente.In prima fila il sindaco Ruggero Grassotti e la consorte
A Vallerano nel magnifico Santuario della Madonna del Ruscello Sabato 11 ottobre in serale.Nella quiete del Santuario della Madonna del Ruscello di Vallerano, Massimo Spada Chiara Sannicandro , Georgy Kovalev e Ludovica Rana hanno intrecciato i loro strumenti in un dialogo dove la musica si è fatta respiro, intimità e calore.A dominare il maestoso organo a canne davvero gigantesco che occupa gran parte della chiesa è uno tra i più grandi del mondo, e il secondo d’Italia (tra quelli più antichi) dopo quello del Santuario di Tirano, in provincia di Sondrio. Si narra che nell’estate 1707 Haendel, ospite presso Francesco Maria Ruspoli al castello di Vignanello, si recava a suonare lo strumento il 18 giugno 1707 alla presenza dei Farnese e degli stessi Ruspoli presentando il noto “Salve Regina” con Margherita Durastante come soprano e lui stesso all’organo.
Il Quartetto n. 2 op. 2 di Mendelssohn e il Quartetto n. 2 op. 87 di Dvořák raccontano due diverse anime del Romanticismo:l’entusiasmo giovanile e luminoso nel primo, e la malinconia appassionata nel secondo.
Il Festival della Tuscia chiude la sua quarta edizione con una domenica 12 ottobre speciale interamente dedicata alla musica di Maurice Ravel.
Il pomeriggio, alla Sala Regia del Comune di Viterbo, i migliori allievi del Conservatorio di Perugia interpretano l’integrale delle opere per pianoforte a quattro mani: da Ma Mère l’Oye e Rapsodie Espagnole al Bolero e alla forza evocativa di Daphnis et Chloé.
A seguire, un secondo appuntamento con Jeux d’Eau, Miroirs, Gaspard de la Nuit e La Valse: un percorso tra luce, riflessi e visioni.
Il Gran Finale con Benedetto Lupo, tra i pianisti italiani più acclamati nel mondo, nella splendida Basilica di Santa Maria della Quercia alla ore 20:30 concluderà il Festival edizione 2025 tra le pagine più belle di Ravel: À la manière de Borodin, Valses Nobles et Sentimentales, Pavane pour une infante défunte, Le Tombeau de Couperin e molte altre.




























