Come riordinare e mettere insieme tante tessere e farne un mosaico. Ecco il lavoro che il (Centro di documentazione della Diocesi di Viterbo) è riuscito a realizzare e inserire poi in un portale, “Icet in Rete”, presentato a Palazzo Papale. Tanti pezzi di piccole/grandi storie che adesso formano la grande storia della Tuscia e non solo. Probabilmente il maggior merito del presidente Luciano Osbat e del suo staff è stato quello di riuscire a raccogliere e catalogare il materiale archivistico di tante chiese e tante congregazioni per assemblarlo in un unico sito facilmente accessibile. Un patrimonio unico da consultare in tempo reale: vi sono riportati indirizzi delle biblioteche, degli archivi, degli istituti, come contattarli, come arrivarvi. Il materiale proviene da sedici istituti ecclesiastici della Tuscia, autentiche “casseforti”: da quella degli agostiniani a quella dei francescani, dei giuseppini, dei passionisti. Dagli ordini femminili delle benedettine alle clarisse. Tutti soggetti comunque facenti parte della diocesi di Viterbo e di Civitacastellana, solo che ognuno di questi fino a qualche tempo fa si autogestiva, custodiva gelosamente e in rigorosa autonomia il proprio forziere. Un gigantesco tesoro, disseminato in un amplissimo territorio, che ora è raccolto e ordinato in un unico sito. Non è stato facile, come si può immaginare. “Oggi non si apre una porta, si apre un portale”, ha spiegato il vicario generale della Diocesi di Viterbo, Luigi Fabbri, in sede di presentazione del sito, realizzato con il contributo della Carivit. Presenti, tra gli altri, il prefetto Antonio Cananà e il presidente della Fondazione, Luigi Pasqualetti. Sbaglierebbe chi pensasse a “Icet in Rete” come a uno strumento mediatico di puro interesse religioso perché in effetti esso costituisce una preziosa e quasi inesauribile banca dati sulla storia del territorio. “Tanto è vero – ha rimarcato Osbat – che le notizie riguardano soltanto al 30 per cento fatti e personaggi legati al mondo ecclesiastico, mentre per il 70 per cento hanno interesse di tipo sociale, lì dentro c’è tutta la cultura di un tempo”. Insomma, uno strumento per conoscere meglio e interpretare vicende, uomini e donne del passato, in tutte le loro sfaccettature. Ha sottolineato Osbat: “Oggi siamo un’immagine di rifermento per chi vuol conoscere la storia”.
CeDiDo,Osbat: presentato “Icet in Rete” il portale che riunisce la grande storia della Tuscia e non solo
di Luciano Costantini
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