“Quando il canone mensile, si colloca in una forbice tra i 7,5 e 100 euro al mese, chi ci pensa ad acquistare casa? Domanda che evidentemente neppure uno dei 4.000 affittuari si pone perché la risposta è scontata”. Allarga le braccia Diego Bacchiocchi, presidente dell’Ater dallo scorso mese di settembre. Cinquantadue anni, già assessore al Comune di Orte, professionista nel settore delle Rinnovabili. “Devo essere sincero? Be’ quando sono arrivato qui non pensavo di dover lavorare così tanto. Però va bene così”. I numeri di quello che fu l’Iacp (Istituto autonomo case popolari) sono tutti lì, scritti su una specie di cartellone da tombola, dispiegato sulla scrivania. Files in rosso e in nero: nomi di paesi, affittuari in regola segnati in nero, morosi o abusivi in rosso. Sono 4.000 gli appartamenti Ater nella Tuscia, 1.200/1.300 a Viterbo. Variabili come i casi della vita. Quelli occupati abusivamente in tutta la provincia sono 93, di cui 39 nel capoluogo e i restanti 54 nel territorio.
“La situazione – precisa il presidente – però non è così drammatica, come nelle altre Ater del Lazio e di questo vanno ringraziati il direttore e i dipendenti. Certo lo stato delle cose non è neppure roseo, ma stiamo lavorando per migliorarle. Intanto, grazie alla Regione e in particolare ai consiglieri Sabatini e Zelli, sono arrivati 1.100 euro per riqualificare la Gescal di Tuscania dove c’è un degrado drammatico, il peggiore di tutta la provincia. Un disastro a cielo aperto. Poi, rispetto al passato, abbiamo deciso di cambiare il meccanismo di erogazione dei finanziamenti relativi alle manutenzioni: non più per toppe, ma interventi a blocchi. Il primo di questi dovrebbe scattare a breve. Stiamo mettendo insieme tutti i fondi a disposizione per sistemare Tuscania”.
A Viterbo, magari per motivi diversi, la situazione non è certamente migliore. L’abusivismo è sotto gli occhi di tutti, anche se non tutti hanno gli occhi per vedere.
“I casi erano 146 fino a poco tempo addietro, poi è intervenuta una sanatoria che li ha ridotti a 93. Magari da qui a qualche giorno aumenteranno di nuovo. Chissà. Certo per il 90 per cento di questi 93 casi di abusivismo, noi come Ater saremmo nella condizione di procedere fin da subito agli sfratti e riacquisire così la proprietà delle abitazioni. Dico saremmo perché il procedimento non dipende da noi”.
E da chi dipende?
“Intanto dai Servizi Sociali del Comune e poi dalle Forze dell’Ordine. L’Ater più di questo non può fare, come cerchiamo di spiegare per esempio ai tanti abitanti del quartier di San Faustino che vengono qui a chiedere il riconoscimento dei loro diritti di proprietà. Un grosso problema perchè a San Faustino le case occupate sono molte, anzi moltissime”.
Mi scusi, ma Talete o l’Enel o chi per loro, non potrebbe intervenire per bloccare l’erogazione di acqua e gas nelle case occupate abusivamente?
“Non so cosa dire. Magari poi c’è chi risolve il problema con allacci volanti, come avvenuto recentemente a Bagnaia. Certo a Viterbo non c’è soltanto San Faustino”.
Vi siete mossi con la Prefettura, con il Comune….
“Abbiamo avuto in passato, a fine anno, un incontro sulla sicurezza pubblica. Poi più niente. Eppure, in quella occasione, ci garantirono che si sarebbero mossi. Nei giorni scorsi per impedire una nuova occupazione abbiamo dovuto murare una porta. Dopo il danno c’è anche la beffa. Spendiamo soldi per murare porte, mettere lucchetti e catene, mentre potremmo spenderli per altre cose”.
“Quanti sono gli aspiranti legittimati ad avere una casa?
“Non lo sappiamo perché le graduatorie sono in possesso del Comune. Anzi dei Comuni. Sicuramente di gente ce n’è tanta. E in tutti i paesi, da quello più grande a quello più piccolo. Meno che a Tarquinia, o forse lì ce n’è uno solo”.
Come si spiega?
“Francamente non si spiega. O meglio, noi non riusciamo a spiegarcelo. Comunque va bene così. Tarquinia è un esempio virtuoso”.