Ardenti: un chilometro di libri antichi e duecento metri lineari di manoscritti

Di Luciano Costantini*

Un chilometro di libri antichi e duecento metri lineari di manoscritti, recuperati dall’inesorabile processo di distruzione, ora riordinati e messi in sicurezza. Primo e indispensabile step verso la riapertura al pubblico della Biblioteca Comunale degli Ardenti di Viterbo. Operazione partita mesi addietro grazie al sostegno della Fondazione Carivit e alle donazioni di aziende del territorio e privati cittadini. Richiederà ancora del tempo. Così come il restauro e la risistemazione dell’intero palazzo Santoro in piazza Verdi, che mostra tutte le rughe del tempo insieme a oggettive testimonianze di un decadimento che viene da lontano. Prova ne sia anche il retrostante sterrato esterno, quello di Campo Boio, che offre certo ricordi dei drammatici bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma anche chiara dimostrazione di una persistente incuria, ingiustificata, ingiustificabile e per questo imperdonabile. Intanto procede il salvataggio del patrimonio cartaceo del sito. Un chilometro, appunto, di manoscritti che è stato letteralmente sottratto all’aggressione devastante dell’umidità, all’assalto dei roditori di stanza nel palazzo ormai da anni, alla negligenza quasi generale. E’ sufficiente visionare le stanze al pianoterra per comprendere e imprecare: se l’umidità si potesse diffondere nell’aria saremmo tutti contagiati. Altro che Covid. E poi muri scalcinati, pavimenti dove restano indelebili le tracce degli scaffali che ospitavano alla bell’e meglio volumi di ogni età e di ogni contenuto. Il primo intervento è stato quello di ripulire gli ambienti, subito dopo quello di salvare i libri e i manoscritti. Almeno 70.000 mila pezzi. I libri in condizioni meno critiche (in questo caso un chilometro e mezzo di estensione) sono stati trasferiti e depositati presso la vecchia caserma dei Vigili del Fuoco ai Cappuccini; i manoscritti in stato di salute più grave sono stati e sono curati da Lorenzo Abbate, responsabile Indicizzazione dei Fondi Manoscritti della Biblioteca Comunale degli Ardenti. Più semplicemente, un premuroso medico di libri. Da mesi lavora, in solitudine, al riordino e salvataggio di pergamene secolari che rappresentano la storia documentata di Viterbo, della Tuscia, ma non solo. “In questi faldoni – spiega – c’è la città, ci sono i rapporti tra la sua gente e l’amministrazione pubblica. Storia di vita vissuta che rischiava di andare distrutta e dimenticata”. Tutto materiale che ora viene letto, datato, catalogato e inserito in cartoni appositi, dotati perfino di apparati microclimatici che ne garantiscono la perfetta conservazione. “Attraverso questa operazione di riordino – aggiunge Abbate – potremo anche definire la provenienza dei testi, cioè da quali biblioteche cittadine sono arrivati agli Ardenti. Insomma, dare loro una completa identità. Il Covid, almeno in questo caso, sta aiutando in quanto permette a me e a tutto il personale della Biblioteca – che ringraziamo – di dedicare più tempo al recupero alla catalogazione dei volumi”. L’umidità e il pericolo dei roditori al piano terra di palazzo Santoro sono nemici di ieri, probabilmente debellati, i prossimi lavori, quelli più urgenti, riguarderanno la sistemazione delle scale che conducono al secondo piano, l’installazione di un ascensore, l’eliminazione della vecchia e tutt’altro che sicura caldaia per il riscaldamento. E poi la ristrutturazione degli infissi, del tetto, della terrazza che avrebbero meritato più attenzione nel corso degli anni. I soldi ci sono (si parla di un finanziamento regionale di 270.000 euro), la volontà del Commissario della Biblioteca Paolo Pelliccia e di Lorenzo Abbate anche. Paradossalmente manca il tempo, quello necessario per mettere al più presto a disposizione di tutti un asset storico e culturale che non è soltanto di Viterbo.

*Luciano Costantini

Nato a Fabrica di Roma, una carriera giornalistica iniziata da giovanissimo nei lontani anni ’70 alla redazione di Viterbo de Il Messaggero, poi un lungo percorso come vice capo servizio  alla redazione centrale dell’Economico della stessa testata. Ritornato a  Viterbo ha ripreso in mano le proprie radici e  la sua passione per la storia,argomento valoriale di questa testata di cui dal luglio 2018 è il direttore editoriale.

 

 

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