Anna Fendi invita gli studenti a partecipare al concorso dedicato a Silvia Tabacchi

Cari studenti e cari professori,
approfitto della comunicazione che ho da darvi in merito alla scadenza del bando di concorso “A Silvia”, che dal 15 giugno è stata prorogata al 15 ottobre 2020, per ripercorrere le tappe di un progetto in cui credo e che mi sta particolarmente a cuore come donna.

Quattro anni fa accolsi l’invito della mia amica Claudia Corinna Benedetti (ambasciatrice di pace Onu e presidente dell’Osservatorio nazionale permanente sulla sicurezza) a diventare madrina del progetto “Un pesce in una biglia” sul tema del femminicidio, un progetto ideato dalla professoressa Maria Elena Piferi e curato dall’associazione Donna Olimpia di Viterbo con l’obiettivo di contrastare la violenza di genere partendo dalle basi culturali del nostro paese, ancora profondamente patriarcale. Da allora quando posso cerco di non far mancare il mio supporto, ed è soprattutto quando si parla di educare gli studenti ai sani sentimenti d’amore che cerco di portare la mia testimonianza di donna imprenditrice che è riuscita a farsi strada negli anni non senza difficoltà.

Questo è il quarto anno che Donna Olimpia propone agli studenti delle scuole secondarie viterbesi un bando di concorso sull’educazione sentimentale e il rispetto, il primo dei quali era stato intitolato a Donatella Colasanti e Maria Rosaria Lopez (vittime nel 1975 dell’atroce episodio di violenza noto come il “Massacro del Circeo”) e aveva lasciato agli studenti la possibilità di parteciparvi con testi scritti, materiali audiovisivi e creazioni artistiche varie. Ma dopo l’uccisione di Silvia Tabacchi, nel marzo del 2017, si è voluto omaggiare la giovane di Vasanello vittima di femminicidio intitolando il bando “A Silvia”, per la consapevolezza che fatti di cronaca successi a pochi chilometri da noi riescono meglio a far comprendere ai giovani che questo drammatico problema sociale purtroppo non è estraneo a nessuno. Inoltre si è ritenuto opportuno restringere il campo d’azione alla sola elaborazione scritta, forma che consente di esprimere appieno i propri pensieri, raccontandoli in prosa o in versi, con un linguaggio più discorsivo quando si ragiona d’amore o si riflette sui sentimenti, più sintetico e immediato nel racconto delle emozioni, come ci insegnano tanti secoli di letteratura italiana e straniera.

Mi rivolgo pertanto agli studenti, che ogni anno sempre più numerosi rendono omaggio a Silvia e a tutte le donne vittime di femminicidio con parole d’amore, testi poetici, racconti e canzoni: continuate, in questo periodo di biblica, amara e negativa esperienza del Coronavirus, a leggere libri, a documentarvi, perché l’arma culturale è l’unico mezzo capace di contrastare la piaga del femminicidio, che agisce con ferocia barbarica sul corpo della donna privandola del diritto alla vita. È solo acquisendo cultura ed educazione che voi giovani potete invertire questa drammatica rotta, e il bando di concorso “A Silvia”, con il suo concentrarsi sui testi letterari, intende rimarcare proprio l’importanza di un’educazione umanistica per la formazione della vostra coscienza civile e civica.

“Ci troviamo come in una nave costretta a stare ferma in porto perché fuori c’è una tempesta – ha dichiarato in un’intervista a Repubblica Luca Cordero di Montezemolo (ex presidente di Fiat, Ferrari e Confindustria) – ma se non sistemiamo ora la nave, quando il mare sarà calmo non riusciremo a navigare e sarà una tragedia. Il Coronavirus ha messo in evidenza almeno quattro priorità: l’importanza del lavoro, la semplificazione dell’apparato pubblico, la digitalizzazione, la ricerca e la lotta alle diseguaglianze”.

Ed è proprio sulle diseguaglianze nel campo della formazione e del lavoro che mi voglio ancora soffermare, perché nonostante i tentativi di incoraggiare la diversità di genere nella scelta del percorso di studi e delle carriere, la percentuale di donne sul totale dei laureati nel campo delle tecnologie dell’informazione e in ingegneria è ancora tanto bassa, mentre le donne detengono il 90% circa delle lauree nel settore educativo. Forse dovremmo curare di più il settore educativo maschile? A voi ragazzi rivolgo il mio appello: approfittate di questo momento di relativa lentezza, e poi delle vacanze estive, per dedicare più tempo al confidarvi, al discutere e al confrontarvi sulle emozioni e sui sentimenti, e per imparare ad amare leggendo e ascoltando con un rinnovato interesse gli autori della letteratura e delle canzoni che da secoli parlano ai nostri cuori. Dopo di che mettetevi alla prova partecipando, con le vostre creazioni originali, al bando di concorso “A Silvia”, la cui scadenza al 15 giugno è stata prorogata al 15 ottobre 2020 per regalarci e regalarvi più tempo da dedicare alle riflessioni sulle ragioni del cuore.

Mi rivolgo infine agli insegnanti, ai tanti professori delle scuole medie e superiori di Viterbo e della sua provincia e ai dirigenti scolastici che dal 2016 sostengono il progetto “Un pesce in una biglia” e il bando di concorso “A Silvia”. Vi ringrazio per l’impegno e la passione che mettete nel vostro lavoro, che è diventato una vera e propria missione! Siete voi il vero motore di questa umanità che traballerebbe sempre di più se non fosse per la vostra resilienza e profonda pazienza. Continuate a essere per tutti i vostri alunni i maestri di vita che siete e spronateli a partecipare a bandi di concorso come questo dedicato alla giovane Silvia Tabacchi. Perché i simboli, gli striscioni, le bandiere, le immagini nude e crude delle violenze o quelle più edulcorate, le urla a gran voce, gli slogan, sono certo importanti per stimolare l’attenzione, ma per creare una nuova coscienza civica fra i giovani c’è bisogno di creare basi ben più solide, valori che ridiano all’uomo la dignità che merita, c’è bisogno di alfabetizzare sentimentalmente i giovani insegnando loro il linguaggio del rispetto per se stessi, per gli altri e per il mondo che ci ospita, c’è bisogno di andare al di là delle figure isolate, delle immagini colorate, dei simboli e degli spot pubblicitari. La possibilità che i giovani di oggi possano saper parlare, saper scrivere e saper ragionare, sapersi difendere dalle ingiustizie e saper combattere per l’affermazione dei propri diritti può essere garantita soltanto da un’educazione e da una preparazione culturale adeguata e approfondita.

Anna Fendi

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