Alle Saline di Tarquinia a incontrare i Fenicotteri

di Luciano Pasquini

La migrazione degli uccelli è senza dubbio uno dei fenomeni naturali più interessanti.Si è potuto conoscere abitudini e rotte di migrazione a partire dalla metà del 1900 quando mediante l’attività di cattura e inanellamento e successiva  ricattura si è potuto conoscere le modalità e le aree di riproduzione e svernamento degli uccelli migratori. Un notevole passo in avanti si è potuto fare attraverso la rilevazione satellitare che in tempo reale ci permette di sapere dove una certa specie è presente. Attraverso l’applicazione di un trasmettitore satellitare è stato possibile seguire la rotta e la destinazione finale dove svernano, per poi ritornare al sito di partenza. Gli uccelli migratori compiono traversate lunghe migliaia di chilometri con lo scopo di trovare dei siti di riproduzione con abbondanza di cibo e condizioni climatiche a loro favorevoli. Lo stimolo migratorio è indotto sopratutto dal fotoperiodo ovvero la durata dell’illuminazione giornaliera, questa viene rilevata dal cervello che induce una produzione di specifici  ormoni che stimolano l’accumulo di risorse alimentari, ovvero il carburante necessario a sostenere spostamenti molto lunghi. Benché le zone urbane e zone limitrofe è ormai possibile fare interessanti osservazioni ornitologiche, alcune zone, ben conservate e con ampie estensioni di habitat naturali dove è maggiore la possibilità di avvistare l’avifauna selvatica. L’Italia possiede una vasta gamma di aree protette come la riserva naturale saline di Tarquinia situata a ridosso di porto Clementino il sito è di estrema importanza, oltre ad essere l’unica salina del Lazio. Estesa per circa 150 ettari la riserva accoglie e tutela numerose specie dell’avifauna migratoria e stanziale, si possono ammirare i bellissimi fenicotteri rosa principale attrazione per birdwatchers  che amano osservare gli uccelli in natura, e permette non solo di osservare le specie presenti in un determinato territorio, ma anche di apprezzare e conoscere comportamenti  e aspetti naturali poco conosciuti. Il periodo migliore per visitare i siti protetti e senza dubbio l’autunno e la primavera, visitare le saline di Tarquinia attrezzati di un binocolo o una macchina fotografica munita di un buon teleobiettivo, facendo attenzione a non disturbare l’avifauna presente, è senza dubbio un’esperienza interessante che magari apre le porte ad una vera e propria passione, il sito accoglie tutto l’anno uccelli stanziali e migratori  tra cui il Fenicottero rosa, la Gazzetta, l’Airone cinerino, il Cavaliere d’Italia, il Gabbiano corallino, L’airone Bianco, il falco Pescatore, il Germano Reale, la Cicogna, il Cormorano,  e moltissimi altri. Tra letture per avvicinarsi a questo splendido mondo sicuramente il libro di J.A. Baker  Il falco pellegrino è  sicuramente da leggere, è conosciuto come uno dei più bei lavori sulla natura mai scritti, il contenuto è il diario di una stagione trascorsa osservando i falchi pellegrini, dove soltanto un poeta come Baker poteva raggiungere una concentrazione intensa e assoluta  ed insieme distaccata. In chiusura mi piace ricordare un breve periodo tratto dall’introduzione al libro di J.A. Baker  a cura di Antonio Canu presidente WWF OASI:
Val la pena ricordare i laboratori  dove si ripopola il mare , li ha creati il professore Giuseppe Nascetti già docente Unitus. Oggi sono un’eccellenza internazionale che ha permesso di lanciare in mare astici, mazzancolle e cavallucci marini un centro nato  con l’idea di andare a sperimentare sia specie nuove sia la riproduzione di specie marine da sottoporre al ripopolamento marino. Lui che spinto da una grande passione da un ventennio si è stretto intorno alle Saline.

 

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