A Vulci una nuova campagna di scavo alla necropoli di Ponte Rotto

È stata avviata al parco archeologico e naturalistico di Vulci una nuova campagna di scavo. Si tratta di una significativa collaborazione tra l’università Federico II di Napoli, la Fondazione Vulci, i comuni di Canino e Montalto di Castro e con la direzione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

L’area che sta interessando il progetto riguarda la necropoli di Ponte Rotto, luogo dove riprendono gli scavi dopo più di 60 anni. L’area oggetto delle indagini è quella immediatamente a est della Tomba François, in prossimità della presunta localizzazione della Tomba dei Bronzetti Sardi, nel Comune di Canino. Nel cantiere stanno lavorando giovani universitari di vari livelli, che fino a fine ottobre saranno impegnati nel riportare alla luce ulteriori reperti archeologici.

Al taglio del nastro erano presenti per il Comune di Canino il sindaco Lina Novelli e l’assessore alle attività produttive Augusto Onori, per il Comune di Montalto di Castro l’assessore alla cultura e turismo Silvia Nardi e l’assessore Giovanni Corona, oltre al funzionario archeologo Mibact Simona Carosi; il professore ordinario dell’università Federico II Marco Pacciarelli e per la Fondazione Vulci il direttore scientifico Carlo Casi e il consigliere di amministrazione Antonio Raspoli.

«Si è creato a Vulci un clima di collaborazione molto importante tra la Soprintendenza, i Comuni di Montalto e Canino, la Fondazione Vulci e l’università di Napoli – ha detto il professor Marco Pacciarelli -. Con questa unione d’intenti è stato possibile avviare un progetto che ha l’obiettivo di ricostruire l’origine di Vulci, una delle grandi città

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