Il pellegrinaggio alle sette chiese viterbesi nel Giubileo della speranza, un significato anche culturale

di Luciano Costantini

cover

“Giro delle sette chiese”. Un modo di dire che è entrato, e poi rimasto, nel lessico popolare per indicare un percorso prefissato al fine di ottenere la divina indulgenza dai propri peccati. Con il trascorrere dei secoli la frase ha assunto significato ben più ampio e ridondante. Con il Giubileo 2025 ecco il ritorno all’antico, ma evidentemente con ricadute legate ai tempi moderni. La Diocesi di Viterbo ha voluto dare al “suo” anno santo un significato anche culturale.

“L’Arte e la cultura parlano di Comunità, il pellegrinaggio alle sette chiese viterbesi nel Giubileo della Speranza” è il titolo di un elegante opuscolo presentato in mattinata presso la Curia Vescovile e che descrive un percorso virtuale all’interno della città, nell’ambito delle iniziative della Conferenza Episcopale Italiana. Una sorta di banca dati del patrimonio religioso che permetterà di visitare e gustare al meglio ciò che la città può offrire rispetto al suo immenso e troppo spesso ignorato tesoro artistico, storico e culturale. Basti solo pensare che sono ben settantamila le reliquie e ottantamila i volumi custoditi presso il Cedido (Centro di Documentazione Diocesana) della città. Lo studio telematico è stato realizzato in cinque mesi da una équipe formata dal vicario episcopale don Massimiliano Balsi, dall’ingegner Santino Tosini direttore dell’ufficio Beni Culturali della Diocesi, da Luciano Osbat direttore scientifico del Cedido, da Elisa Angelone archivista del Cedido. In pratica, è stato elaborato un percorso sul BeWeB della Conferenza Episcopale che raccoglie un gran numero di informazioni per ricostruire come le sette chiese viterbesi si presentavano ai pellegrini che, nel corso dei secoli, sono transitati su Viterbo per recarsi a Roma. Quindi i nomi delle chiese, i capolavori in essa contenuti, le storie degli artisti, come vivevano i viterbesi del tempo. Insomma, religione, arte, storia, condizioni sociali e politiche. Per entrare nella “banca dati” sarà sufficiente cliccare sul sito della Cei o in quello del quotidiano “Avvenire”. Le sette chiese viterbesi sono: la basilica della Quercia, la chiesa di san Paolo ai Cappuccini, la chiesa di santa Rosa, la basilica di san Francesco, la chiesa della santissima Trinità, la chiesa di San Bernardino, la basilica cattedrale di san Lorenzo. In queste chiese sarà possibile conseguire l’indulgenza giubilare.

“Il patrimonio storico-artistico e culturale è un bene comune. La proprietà di un oggetto o di un’opera d’arte può essere della Diocesi, dello Stato, del Comune o di un privato, ma l’arte e la cultura sono di tutti e tutti hanno il diritto di conoscere questo patrimonio”, ha sottolineato don Balsi. “La novità – ha spiegato il direttore del Cedido Osbat – che accompagna questo pellegrinaggio è che è stato creato un percorso Internet che consente di rivivere alcuni momenti della storia di queste sette chiese viterbesi. Si potrà sapere per ogni Giubileo, qual era lo stato della costruzione, di avanzamento degli arredi, di presenza di opere d’arte, il lavoro degli artisti, dei loro committenti, come le sette chiese accolsero i pellegrini”.

Presso le chiese sarà a disposizione un kit con un opuscolo, una sua sintesi, una guida alle varie chiese, una piantina topografica. Un lavoro che comunque non termina con la distribuzione del materiale cartaceo. Un work in progress che andrà avanti nel tempo in termini di ricerca per rendere sempre più ricco e attraente il documentario internet delle sette chiese viterbesi.

IMG-20250603-WA0017

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI