Questo matrimonio s’ha proprio da fare. E, visto che stavolta non c’è nessun don Rodrigo di mezzo, turismo e artigianato hanno deciso di sposarsi, mettendo in piedi un’iniziativa di tutto rispetto per valorizzare quelli che sono i tesori del Viterbese. L’idea è partita da Alessio Gismondi (Cna) e Ivana Pagliara (Promotuscia) per quella che sarà una novità assoluta per tutto l’alto Lazio, con la prospettiva di estenderla nel tempo al resto della regione.
“Si tratta – esordisce Ivana Pagliara – di una rete di filiera, chiamata Lazio Artigiana, che ha la peculiarità di mettere insieme turismo e artigianato artistico, con tutto quel che ne consegue”.
“L’iniziativa nasce da un’intuizione – ribatte Alessio Gismondi – che vuole promuovere l’artigianato artistico del territorio. Iniziativa alla quale hanno aderito già ben 47 imprese artigiane dei vari comuni della provincia. C’è un po’ di tutto: dalla lavorazione della ceramica, che in questo territorio è preponderante (a tal proposito c’è anche un progetto parallelo che unisce quattro città della ceramica), a quella dei tessuti, del cuoio, del legno e del metallo”.
Già. Ma cosa prevede in concreto questo progetto?
“Una serie di iniziative – replica Gismondi – che prevedono visite ai laboratori artigiani abbinate con percorsi turistici per quello che oggi viene chiamato turismo esperenziale, ossia la scoperta delle città o dei paesi a 360 gradi. In cui sono compresi la storia, l’arte e, perché no, anche le prelibatezze enogastronomiche locali”.
“L’idea – aggiunge Ivana Pagliara – è quella di rapportare la visibilità dell’artigianato artistico locale su tutto il territorio regionale, anche se in questo momento la Tuscia rappresenta lo zoccolo duro. Ma ci sono anche Civitavecchia e Ladispoli. La speranza è che l’aggregazione cresca, anche per dare continuità e stabilità a un’iniziativa già esistente, vale a dire “Forme e colori della Tuscia”, che però dura solo pochi giorni. Nel nostro caso all’esposizione sarà associata anche la vendita dei prodotti”.
Insomma, volete fare le cose in grande…
“Ci proviamo – replica ancora Gismondi – tanto è vero che abbiamo acquisito un locale nei pressi di piazza delle Erbe, che sarà il fulcro dell’intrapresa”.
Vale a dire?
“Sarà trasformato in una mostra permanente di tutti gli artigiani aderenti, ma non solo. Infatti ci saranno alcuni spazi in cui gli artigiani, a turno, mostreranno in concreto il loro lavoro, faranno anche corsi di formazione e allestiranno una vetrina di tutti i loro prodotti per un certo numero di giorni. Insomma ci sarà una rotazione per soddisfare i vari gusti del turista di turno”.
Quando partirà l’iniziativa?
“Il locale di piazza delle Erbe – dice ancora Gismondi – aprirà entro giugno, ma alcune cose già le abbiamo fatte. Ad esempio abbiamo organizzato un piccolo tour a Caprarola, abbinando la visita a un laboratorio artigiano che produce costumi per majorettes a quella di palazzo Farnese. Nel frattempo stiamo mettendo a punto un programma che coinvolgerà altre città. La prossima sarà Vetralla, poi Civitavecchia”.
E il ruolo di Promotuscia?
“Sarà quello di mettere in piedi – dice Ivana Pagliara – soprattutto la comunicazione, attraverso i social, fotografi, videomaker. Poi ci sarà la parte organizzativa, con eventi da week end, visite guidate nelle città e alle botteghe. Stiamo prevedendo anche alcuni pacchetti turistici e sta per nascere un sito web, che si chiamerà appunto Lazio Artigiana”.
Cosa manca ancora?
“Beh -conclude Gismondi – le infrastrutture. Parlo soprattutto dell’ultimo tratto della Trasversale, che dovrebbe unire Civitavecchia a Viterbo. Sembra che entro il 2025 sarà completato il tratto che permetterà di bypassare Monte Romano e di evitare quel maledetto archetto posto all’ingresso del paese. Ma sugli ultimi 12 chilometri siamo ancora in alto mare. Perché a Civitavecchia arrivano decine di navi da crociera. E molti turisti non vorrebbero vedere solo Roma. Tra l’altro la Tuscia ha bellezze naturali e artistiche inestimabili…”.
























