Visto da noi: Maleficent un nostalgico tributo all’uguaglianza

di Nicole Chiassarini

Maleficent – Signora del Male è un film fantasy di Joachim Rønning, con Angelina Jolie, Michelle Pfeiffer, Elle Fanning e Sam Riley. Sequel di Maleficent e distribuito da Walt Disney Pictures, racconta un diverso ed interessante punto di vista del classico d’animazione de La Bella addormentata nel bosco, con protagonista Malefica uno dei principali villain dei classici disneiani.
Aurora è ormai diventata una giovane adulta e, innamorata del Principe Filippo, decide di accettare la sua proposta di matrimonio. Un’occasione che unirà non solo il loro amore, ma anche due terre: l’Ulstead e la Brughiera, e di conseguenza anche il regno degli umani con quello delle creature magiche. Ma, a differenza dei genitori di Filippo, Re Giovanni e la Regina Ingrith, Malefica non presenta il minimo entusiasmo per questa unione, reduce da un dolore atroce causato da quello stesso sentimento. Sarà la stessa cena di fidanzamento a distruggere le quiete e a far scatenare l’ira della fata, costretta a subire le provocazioni della futura consuocera.
Tutta la pellicola è incentrata sul desiderio di accettazione, di potersi muovere liberamente senza dover nascondere la propria natura, ma soprattutto di poter vivere in pace nonostante le diversità. Un film che, se visto con questa ottica, rappresenta un inno all’uguaglianza, alla pace, all’integrazione e al reciproco rispetto di tradizioni e culture differenti. Un fantasy quasi totalmente al femminile, con due grandi attrici che fin dall’inizio si sfidano, non solo a causa di una guerra tra umani e creature magiche, ma anche in quanto a doti attoriali. La Jolie torna a vestire i panni di Malefica, con gli zigomi pronunciati e gli occhi penetranti; mentre la Pfeiffer è la Regina dell’Ulstead, madre di Filippo e donna subdola e vendicativa, con uno sguardo accecato dal desiderio di potere. Uno scontro, inoltre, su idee diverse di potere femminile e maternità al quale fascino magnetico di Angelina Jolie si contrappone la miglior rivale con un ingresso teatrale e una balestra carica fra le mani. Quindi da un lato Ingrith con gioielli, armi e un carattere talmente forte da mettere a tacere gli uomini, e dall’altro Malefica guardiana e regina di una forza primordiale, nonché unica madre realmente buona del film. Ma in questo caso è l’antagonista, la regina, a spiccare nel suo ruolo, proponendo una performance impeccabile rispetto al resto del cast.
Un po’ deboli invece la sceneggiatura e la regia che non hanno proposto, in fatto di trama, niente di diverso dal solito, soprattutto rispetto al precedente film diretto da Robert Stromberg. Per costruire il sequel hanno deciso di ampliare gli orizzonti, creare nuovi personaggi, nuove storie e di ricercare le origini di Malefica all’interno di quello che è il popolo dal quale proviene. La ricerca perenne di riproporre le stesse sensazioni del primo lungometraggio è il più grande difetto del sequel, il quale non riesce a mostrarci nulla di concretamente innovativo, riportando al punto di partenza il ruolo di Malefica, prima cattiva e poi di nuovo buona. In più sono quasi in secondo piano le motivazioni che spingerebbero la protagonista a essere ancora una volta la “signora del male”, mettendola, a volte, anche in ombra rispetto a personaggi che potrebbero essere secondari e conferendole, oltretutto, poteri alla stregua di un supereroe, incoerenti rispetto a quelli del primo film.
Il film è un vero e proprio prodotto commerciale che conferirà alla Walt Disney Pictures un discreto successo dal punto di vista del merchandising. Ma Maleficent – Signora del Male è indubbiamente una storia colma di nostalgia, adatta a grandi e piccoli e che, nonostante per i più attenti possa non ottenere lo stesso successo del suo predecessore, ci concede quasi due ore di svago e risate con molti spunti di riflessione sull’importanza del rispetto verso le diversità, un tema scottante tutt’oggi e al quale la Jolie è particolarmente legata.

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