L’unità operativa di Nefrologia e dialisi della Asl di Viterbo quarta in Italia per attività bioptica

Al recente congresso della Società italiana di Nefrologia che si è tenuto, in modalità streaming da Riva del Garda, sono stati presentati i dati raccolti presso le unità operative di Nefrologia e dialisi italiane inerenti l’attività della biopsia renale nell’intervallo di tempo 2012-2020. Lo studio era volto a indagare il rapporto rischio-beneficio della procedura.

In questa attività diagnostica l’unità operativa di Nefrologia e dialisi di Belcolle, diretta da Sandro Feriozzi (nella foto), è risultata essere la quarta in assoluto in Italia dopo alcuni prestigiosi centri nazionali. 

“A Viterbo – commenta Feriozzi – si eseguono da tempo circa 40 – 50 biopsie ogni anno, risultando in ambito nazionale il centro con maggiore attività. La biopsia renale è una procedura diagnostica sofisticata tramite la quale si prelevano due frammenti di tessuto renale che vengono poi studiati dagli anatomopatologi specializzati nella istopatologia renale. I risultati dello studio sono decisivi per una corretta diagnosi e un’appropriata terapia che bloccherà o rallenterà la progressione del danno renale. In questo modo si evita che i pazienti finiscano in dialisi o si ottiene di ritardare di alcuni anni il loro ingresso in dialisi.

A Belcolle, in un’ottica multidisciplinare e multiprofessionale, le unità operative di Nefrologia e dialisi e di Anatomia patologica collaborano strettamente da alcuni decenni e con ottimi risultati.

“È corretto ricordare – prosegue Feriozzi – che precedentemente anche la Radiologia era coinvolta in questa procedura. Il progresso della ecografia e l’acquisizione di expertise da parte della nostra equipe ha permesso nel tempo ai nefrologi di giungere a una completa autonomia operativa”.

Da alcuni anni al team della biopsia si è associata l’Università della Tuscia presso la quale si esegue lo studio al microscopio elettronico di minuti frammenti bioptici.

Questi numeri e l’utilizzo di metodiche di elevata complessità – conclude Feriozzi – hanno consentito alla nefropatologia viterbese di essere riconosciuta a livello nazionale come centro di riferimento per l’immunopatologia renale. In questo ambito va considerata la richiesta di attivazione di convenzioni per la nefropatologia che le Asl di Terni e Roma4 hanno formulato alla Asl di Viterbo, in considerazione del fatto che, ormai da circa due anni, queste due aziende sanitarie inviano a Belcolle le biopsie renali da loro effettuate, al fine di ottenere una diagnosi corretta ed affidabile. Infine, ricordo con piacere che lo studio delle biopsie renali in Italia, e a livello internazionale, è stato iniziato e portato ai massimi livelli di complessità negli anni ‘60- ‘70 da un medico viterbese originario di Tuscania: il professor Vittorio Marinozzi. L’evidenza che l’ospedale di Viterbo sia tra le primissime strutture in Italia per l’attività delle biopsie renali conferma lo stretto legame storico tra la Tuscia e la scienza della istopatologia renale”.

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