La Snoezelen Room: Un’Innovazione Inclusiva nelle Scuole della Tuscia

Di Rossella Cravero

Nella Tuscia una nuova realtà educativa si sta diffondendo nelle scuole grazie alla rete nazionale di istituti Snoezelen, capitanata dall’Istituto Comprensivo “Alessio Narbone”, di Caltagirone che oggi conta circa 70   istituzioni in varie regioni d’Italia. Nel nostro territorio, a fare da apripista è stato l’Istituto Comprensivo “I. Ridolfi” di Tuscania che nel 2018 ha inaugurato la prima Snoezelen room della Tuscia, dando vita con l’Istituto “A. Narbone” di Caltagirone ad una Rete per favorire il confronto e condividere buone prassi. Oggi si sono aggiunti altri e istituti viterbesi: “P.Egidi” e “P.Vanni”  e “Canevari” oltre al “Petrarca” di Capranica

Questo progetto nasce per creare spazi multisensoriali che promuovono inclusione, benessere e nuovi approcci all’apprendimento per studenti di tutte le età e abilità. La stanza Snoezelen rappresenta una vera e propria rivoluzione pedagogica, basata sulla stimolazione sensoriale controllata e sulla crescita relazionale tra studenti con e senza disabilità. Ha visto la luce nei Paesi Bassi negli anni 70, come “stanza multisensoriale” utilizzata nelle strutture sanitarie con fini terapeutici. In Italia, grazie alla legge 517 del 77, quelli erano gli anni in cui si abolivano le classi differenziali, dando vita a un percorso di inclusione che ha portato il nostro Paese ad essere all’avanguardia in tutta Euoropa. Come se un filo di sensibilità e attenzione verso la disabilità unisse esperienze diverse ma con l’obiettivo comune di dare accoglienza e spazio alla sensibilità di tutti senza distinzione di abilità.

In quest’aula i ragazzi possono immergersi in un ambiente ricco di luci soffuse, colori, suoni e aromi, ognuno dei quali ha una funzione specifica per migliorare la percezione e la concentrazione. “Entrare in una di queste aule è una magia – spiega la professoressa Elena Mozzetta, referente per l’inclusione della Ic Ridolfi, docente nei percorsi TFA sostegno presso la Unitus e formatrice Snoezelen – Già il rito iniziale di togliersi le scarpe prima di entrare, di potersi accoccolare su soffici cuscini, porta ad un immediato silenzio che è quasi improponibile nelle aule tradizionali.  Questa stanza è un angolo magico dove i confini tra il mondo esterno e il nostro io interiore si dissolvono, dando spazio a un’esperienza unica di benessere”. E a Tuscania il progetto è nato dalla sensibilità di un gruppo di genitori desiderosi di offrire un percorso innovativo peri propri ragazzi, anche in virtù della presenza di due alunni in sedia a rotelle, che all’interno della classe tradizionale non riuscivano ad avere una dimensione così stimolante per loro. Tutto è stato realizzato grazie alla disponibilità e alla solidarietà di quanti hanno creduto nel progetto senza che fossero intaccati fondi della scuola.

La professoressa Mozzetta è reduce, in questi giorni, dal Congresso mondiale che si è svolto a Goteborg dove  “abbiamo portato l’esperienza italiana per confrontarla con i dati delle realtà europee. C’è molto interesse da parte del mondo scientifico, soprattutto in merito alla valutazione delle reazioni manifestate da tutti i bambini che hanno provato questa esperienza. Si sta procedendo verso uno studio che offra basi sempre più scientifiche a questa pratica, capace di favorire inclusione e interazione. Ogni stanza è organizzata in modo da coinvolgere sia gli alunni con disabilità sia i loro compagni normotipici, promuovendo un senso di comunità e benessere collettivo”. Gli insegnanti strutturano percorsi sensoriali calibrati e rispettosi dei loro profili sensoriali, che permettono agli alunni di interagire in modo positivo e collaborativo, riconoscendo nella diversità una risorsa. Questo approccio trasforma la percezione della disabilità da limite a opportunità di crescita per l’intero gruppo.

Diversamente da una tradizionale aula scolastica, la stanza Snoezelen non richiede prestazioni né produce ansia da giudizio. È un luogo che permette agli alunni di concentrarsi sul “qui e ora”, di ascoltare il proprio corpo e di sperimentare momenti di silenzio interiore, e di benessere, riuscendo a migliorare la concentrazione e la gestione dell’ansia.

Uno spazio che all’interno delle mura scolastiche elimina l’ansia da giudizio che spesso caratterizza le prestazioni dei ragazzi, lasciando spazio ad un confronto su quelle parti che troppo spesso rimangono nascoste.

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