Girolamo Fabrici o Fabrizi, detto l’Acquapendente volle la costruzione del Teatro Anatomico stabile

Girolamo Fabrici o Fabrizi,  detto anche  l’Acquapendente, nacque nel 1533, anche se la data è  incerta perché non esistono documenti che lo testimonino direttamente. Alcuni
biografi datano la sua nascita al 1537, ma l’atto di morte, che riporta la data del 21 maggio
1619 e che lo indica come avente ottantasei anni conferma l’anno 1533. La discussione
sulla data si motiva con il fatto che lo stesso Girolamo, per una strana abitudine,
si faceva credere più giovane di tre o quattro anni. L’anatomista apparteneva a un’antica e nobile famiglia di Acquapendente, iscritta nel grado del Gonfalonierato.
A diciassette anni circa si recò a Padova dove iniziò i suoi studi sotto la protezione di nobili
famiglie venete (i Lipamano, i Foscarini, i Cavalli, i Priuli, i Donà e i Loredan, anche se
questi ultimi non sono mai citati nei documenti dell’anatomista, nemmeno nel testamento
definitivo del 1615.
Compì gli studi di medicina tra il 1554 e il 1559. Fu allievo di Gabriele Falloppio. Si laureò Dottore in Filosofia e Medicina presumibilmente nel 1559.
Nel 1565 succedette al maestro, dopo averlo supplito, divenendo professore di anatomia e
chirurgia. Nel 1584, già affermato chirurgo e anatomista, viene ammesso al Sacro Collegio
dei Filosofi e dei Medici. Girolamo resterà per cinquanta anni nello studio di Padova come
professore sia d’Anatomia che di Chirurgia, riconfermato con nomine ducali una delle
quali, a vita, firmata da Marino Grimani, datata 24 settembre 1600, che gli conferiva il titolo
di Sopraordinario nella lettura di Anatomia.
Nel 1603 fu reso Sopraordinario anche per la Chirurgia. Questa nomina portò lo stipendio
dell’acquesiano, già piuttosto alto per il tempo, a mille scudi. Durante il periodo di
reggenza volle fortemente la costruzione del Teatro Anatomico stabile, inaugurato nel
1594 e visitabile ancora oggi all’interno del Palazzo del Bo. All’ingresso del teatro anatomico è visibile l’iscrizione in latino “Mors ubi gaudet succurrere vitae“, ossia “Dove la morte è lieta di soccorrere la vita“.
Prima della costruzione del Teatro Anatomico, le sue lezioni di anatomia si svolgevano
all’aperto per attenuare l’odore dei cadaveri, anche se ciò comportava il condizionamento
del tempo. La dissezione dei corpi fu l’altro problema per Fabrici in quanto la disponibilità
era scarsa nonostante fossero nominati dei massari per la ricerca del materiale.
Inoltre, anche se le sue lezioni erano di un elevato livello didattico, non ebbe buona fama
di insegnante; molti lo descrivono come scontroso, insofferente e piuttosto pigro nelle
lezioni e spesso non riusciva a farsi intendere perché obbligato a parlare
sommessamente a causa di una affezione laringea cronica. Per questi motivi molte furono
le critiche, in particolare quelle della comunità studentesca tedesca che studiava a
Padova. Quest’ultima lo accusava di non attendere completamente ai suoi doveri; in effetti
molte volte si fingeva malato e spesso ritardava l’inizio delle lezioni.
Sempre con la comunità tedesca ebbe problemi perché derideva spesso la parlata
teutonica, ma nella vecchiaia ebbe una così spiccata predilezione per la “Nazione
Germanica”, che non volle utilizzare il corpo di un tedesco per una lezione, ritenendo l’atto
offensivo, e molte volte intervenne per difenderla, in particolare nel 1612, dopo che i tedeschi erano stati esclusi dalla elezione dei consiglieri anatomici. La comunità tedesca
ricambiò definendolo “communem nostrum patronum
L’anatomista ebbe il grande merito di aver dato vita ad una scuola di famosi medici e
anatomisti tra cui Giulio Cesare Casseri, Adriaan van den Spieghel, Olaus Wormius,
Caspar Bartholin e il più celebre di tutti, William Harvey, scopritore della circolazione del
sangue.
Sotto il profilo scientifico, l’aquesiano, diede numerosi contributi originali e fondamentali in
anatomia, embriologia, anatomia comparata, chirurgia e le sue lezioni e le ricerche si
concretizzarono in numerose pubblicazioni. Egli descrisse le valvole delle vene (De
venarum ostiolis del 1603), offrendo un contributo fondamentale al problema della
circolazione sanguigna, poi risolto dallo stesso Harvey. Apportò un notevole sviluppo allo
studio dell’occhio, dell’orecchio (De visione voce auditu) e del meccanismo della voce (De
locutione) Nel De Tumoribus analizzò oltre ai tumori, di cui viene trattata anche la cura,
l’herpes, i vari tipi di ernie, la gangrena, i bubboni e altre infezioni e patologie.
Condusse originali ricerche embriologiche descritte nel De formato foetu del 1600. L’opera è il primo trattato di embriologia comparata, completato da un accurato corredo di tavole
anatomiche.
Per opere come questa ed il De formatione oui, et pulli è considerato il padre
dell’embriologia moderna. In alcuni manoscritti sono anche sviluppati argomenti di
carattere metodologico, come il De anatomica methodo.
Di notevole importanza sono le Tabulae anatomicae conservate nella Biblioteca Marciana
a Venezia. Le tavole, dipinte ad olio su carta, sono 167 divise in otto volumi. Furono
rinvenute alla Marciana solo nel 1909. Sempre nella biblioteca veneziana sono conservati
tre codici de L’Acquapendente al cui interno sono presenti altre 44 tavole.Girolamo Fabrici fu sepolto nella Chiesa di San Francesco, senza nessuna effigie di riconoscimento, insieme con la moglie morta l’anno precedente nel 1619.
Il Comune di Acquapendente gli ha dedicato la pagina sede del Palazzo Comunale. Piazza Girolamo Fabrizi. La più importante della cittadina della Tuscia.
Riferimenti teso:Laura Malosso

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