Caprarola Balla, la danza come atto fondativo di una nuova identità culturale

Caprarola Balla

In un tempo che tende a ridurre la cultura a intrattenimento da consumo rapido, Caprarola Balla ha scelto la strada opposta: quella del gesto lento, profondo, collettivo. Un festival nato dal desiderio di restituire al paese il suo respiro, i suoi spazi, il suo senso. Per quattro giorni, il borgo di Caprarola è diventato un luogo simbolico e reale dove la danza ha preso parola al posto delle parole. Nelle piazze, nei vicoli, nei saloni delle Scuderie del Palazzo Farnese, si è ballato senza palco e senza finzione: a ritmo di corpi, di passi, di ascolto.

Ideato e promosso da Benedetta Bruzziches, in collaborazione con il Comune di Caprarola, la Pro Loco e la Classe 1985, il festival ha accolto oltre 400 partecipanti da tutta Italia, tra danzatori, musicisti e curiosi. Una partecipazione corale che ha trasformato Caprarola in un laboratorio vivente di convivenza e bellezza. Ogni sera due concerti a ballo, ogni giorno stage gratuiti aperti a tutti, visite guidate nel centro storico e pasti cucinati dalle signore del paese: Caprarola Balla ha coinvolto la comunità intera, tessendo un rito collettivo che ha unito generazioni, storie, accenti diversi.

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Barbara Aniello, musicologa e docente di Arte e Spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana, ha partecipato al festival e lo ha definito un “dono puro”. Scrive: “Per una volta hanno parlato i corpi, non le menti, l’autenticità, non le convenzioni. Ho lasciato indietro antiche paure, ho scoperto sorrisi sinceri, intrecci di braccia, sacralità di silenzi. Una danza che supera l’io e ci diluisce nel tutto. Oblio di sé. Pura gioia.”

A firmare il passo conclusivo del festival è stata Maria Vittoria Bosco, studiosa di danze popolari e custode attenta delle memorie del territorio. A lei si deve la ricostruzione di una quadriglia laziale, danzata per la prima volta in Piazza della Rocca domenica mattina, sotto il sole cerchiato e di fronte al Palazzo Farnese. È stato il gesto fondativo di una nuova tradizione, che da oggi lega Caprarola a un tempo che non guarda più solo indietro, ma anche avanti.

Caprarola Balla è stato questo: un festival che ha preso per mano la memoria, l’ha messa in dialogo con il presente e ha chiesto all’impresa di farsi cura, linguaggio, dono. E forse, questa – più di ogni altra – è la forma più concreta e luminosa di cultura d’impresa.

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