Visto da noi: il ritorno di Muccino e i suoi anni più belli

di Nicole Chiassarini

Gli anni più belli è il film diretto da Gabriele Muccino che sta sbancando nelle sale cinematografiche italiane e della Tuscia. (Nonostante gli incassi dimezzati per prevenzione epidemiologica, Gli anni più belli resta in testa con un totale oramai prossimo ai 5 milioni di euro).

La storia di quattro amici nell’arco di quarant’anni, dagli anni ’80 a oggi.
Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria e Micaela Ramazzotti vivono le loro vite nell’ultimo quarantennio di vicende italiane, dai mondiali anni ’90 allo scandalo di Mani Pulite, fino alla discesa in politica di Berlusconi e l’inizio del nuovo Millennio.

Trama
Il film si svolge principalmente a Roma, Giulio, Paolo, Riccardo e Gemma hanno 16 anni e sono grandi amici. Hanno ancora tutta la vita davanti, ma si capisce immediatamente che tutti e quattro dovranno sopravvivere a molti eventi che la vita gli riserverà, sia personali che del mondo che li circonda.
In questi lunghi anni dovranno imparare che quello che conta davvero non sono altro che le cose che fanno stare bene, che l’amicizia e l’amore non sono così effimeri come si possa credere.

Critica
Dopo l’esperienza hollywoodiana, il regista romano, Gabriele Muccino, torna sul grande schermo con questa nuova commedia che vuole essere malinconica per tutte quelle generazione che hanno vissuto gli stessi anni dei quattro protagonisti.
Ma nonostante il tentativo di rivivere quei sentimenti di passione e amicizia urlati e sofferti che contraddistinguono lo stile registico, il film non riesce assolutamente a soddisfare le aspettative di un ritorno più maturo di Muccino.
Si cerca di fare breccia con Baglioni, Bennato e altri autori che hanno fatto la storia della musica italiana, alla ricerca di quel senso di nostalgia il quale, però, non è affatto riuscito a salvare una pellicola che sembra voler arrivare in alto ma che riesce solo a fermarsi a metà strada.
Per quanto sconsolatorio, la regia sembra assente e confusionaria, mostrando gravi buchi di sceneggiatura, dialoghi assurdi e a tratti incomprensibili. Le urla dei protagonisti caratterizzano anche qui i film firmati da Muccino, risultando in alcuni casi sgradevoli e ripetitivi.
La stessa trama sembra voler copiare C’eravamo tanto amati di Ettore Scola: loro giovani, le avventure e la vita che li divide. Gli anni passano, così come le disavventure, fino a ritrovarsi con molti anni in più e con una grande nostalgia del passato.
In questo modo Gli anni più belli si propone quasi come un remake che trova il suo culmine sul finale, dove la Ramazzotti e Favino ripetono precisamente le battute finali di Gassman e la Sandrelli.

Cast
In questo senso, la recitazione ha un livello molto basso, a tal punto da far sembrare attori come Favino e Stuart dei giovani con poca esperienza. Così, anche tutto il cast femminile il quale non riesce a dare il minimo spessore a dialoghi già abbastanza limitati.
In particolare Micaela Ramazzotti, che ne Gli anni più belli riesce a offrire una performance da dimenticare, la stessa identica di ogni suo ruolo.

Conclusione
Il nuovo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli, non è assolutamente una pellicola adatta al grande schermo, essendo molto al di sotto delle aspettative. Il risultato è quello di un remake che vuole mostrarsi come il suo film della vita, lasciando poco spazio alla fantasia e al sentimento di nostalgia ricercato.

(Film visto venerdì 28 febbraio alle ore 22.30 presso la sala5 Enerpetroli del CineTusciaVillage)

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