Un tuffo nel passato. Anche quello più tragico. Che per tutti e, naturalmente, pure per tanti viterbesi, corrisponde agli anni della Grande Guerra. Una mostra, con quasi duecento testimonianze – fotografie, lettere, racconti – inaugurata nella Sala delle Bandiere a palazzo dei Priori, nel Centenario della fine del conflitto. Resterà aperta fino al 25 aprile, Giornata della Liberazione. Non è stato facile mettere insieme le storie di guerra, le biografie, i sentimenti, gli atti di eroismo che hanno segnato il quadriennio bellico. Se ne è fatta carico l’associazione culturale “Take Off”, sponsor il Comune di Viterbo e la sezione della Croce Rossa di Civitella D’Agliano. Un gruppo di viterbesi, da Silvio Cappelli a Luigi Pallotta ad Angelo Topi, in appena due mesi è riuscito ad allestire la rassegna, frutto comunque di un lungo lavoro di ricerca. Oltre 650 i viterbesi raccolti nell’elenco dei caduti e dei dispersi (erano 273 nel primo albo d’oro realizzato nel 1924). “Ma è chiaro che le vittime di quel tremendo conflitto sono molti di più. Oltre tutto quei 650 soldati erano nativi del capoluogo. Contiamo di allargare le ricerca anche a tutta la provincia”, precisa Silvio Cappelli. Foto, lettere, riproduzioni di manifesti, ma anche racconti, quattro per la precisione, riportati sui pannelli nella Sala delle Bandiere: la battaglia degli Altipiani, la battaglia del Piave, il siluramento del piroscafo Principe Umberto nelle acque dinanzi a Valona, l’esplosione dei carri ferroviari a La Spezia. “Volevamo conoscere la storia dei nostri nonni – sottolinea Cappelli – e spiegare il senso di quel messaggio “Che vi sia di conforto” che veniva impresso dai soldati al fronte sulle cartoline che inviavano ai propri familiari. Ora lo capiamo meglio e faremo del tutto per non dimenticare”. Così, durante la mostra, il 28 febbraio verrà commemorato nella Sala Regia il “Centenario” con la partecipazione del docente di Archivistica Generale, Luciano Osbat e del presidente del Comitato Storico Scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, Franco Marini. Inoltre è stata organizzata, dal 21 al 24 aprile, una visita nei luoghi della memoria dove combatterono, furono uccisi e oggi sono sepolti, molti di quei 650 giovani viterbesi. “Una iniziativa – puntualizza – l’assessore al Turismo, Tonino Delle Iaconi, che ha un doppio significato: conoscere meglio la realtà locale e spiegare in chiave storico-scientifica quei quattro anni di guerra e di lutti”.
Una mostra sulla Grande Guerra per scoprire le storie viterbesi
Luciano Costantini