Scuola: smartphone in classe per la Fedeli e il Ministero, ma è giusto così?

Diego Galli

I tempi cambiano, anche nella Tuscia. Di questo ne siamo tutti consapevoli, ma alcuni di noi sembrano sempre pronti per dare un’ulteriore accelerata a tali cambiamenti. Ancora una volta, è il caso del Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che sembra convinta del fatto che lo smartphone non sia un oggetto di distrazione per gli alunni delle nostre scuole.
A nulla pare essere valsa la circolare di Giuseppe Fioroni, viterbese DOC, che nel 2007 andava a vietare categoricamente l’utilizzo del telefonino in aula da parte di docenti e discenti. Come è stato recentemente spiegato dallo stesso ministro, nei prossimi giorni sarà avviato un gruppo di lavoro che si occuperà di chiarire l’utilizzo del cellulare nelle scuole, intervenendo sulle attuali circolari “risalenti a un periodo troppo lontano da oggi”.
L’idea di base del ministero sarebbe quella di promuovere un “utilizzo consapevole e in linea con le esigenze didattiche” del suddetto apparecchio hi-tech (il termine ultimo per l’arrivo delle nuove direttive è quello di 45 giorni a partire dal 15 settembre).
Da tali disposizioni risulta subito encomiabile l’impegno a rinnovarsi del ministero ma, allo stesso tempo, i dubbi sorgono spontanei, soprattutto in merito al come la cosa sarà gestita. Trovare un equilibrio tra la messa al bando dello smartphone e un suo utilizzo consapevole non sarà certo una cosa semplice. A farne di più le spese saranno probabilmente gli insegnanti, che dovranno spiegare a ogni singolo alunno quando sarà giusto e quando sarà sbagliato utilizzare il device.
Anche nella nostra Tuscia l’anno scolastico 2017/2018 sarà particolarmente impegnativo. Tra le varie difficoltà, alle quali la Buona Scuola non è ancora riuscita a sopperire, vi è infatti la congenita carenza di dirigenti scolastici. Nella provincia di Viterbo ne mancano tutt’ora cinque, numero non indifferente se consideriamo il totale di 44 plessi; perciò Laura Pace Bonelli, Maria Patrizia Gaddi, Stefania Zega, Elisa Aquilani e Andreina Ottaviani sono state letteralmente chiamate a “farsi in due”. Nel frattempo i 33.057 studenti della provincia viterbese (12.441 provenienti dalla scuola primaria, 7958 dalle medie e 12658 dalle superiori) sono ormai tra i banchi. Molti sono ignari di quel che il ministero ha in serbo per loro, ma 45 giorni si esauriscono in fretta, e presto scopriremo cosa è stato deciso riguardo alla non semplice scelta di introdurre ufficialmente i cellulari nella didattica.
In ogni caso, lo spettro di una società di massa popolata da donne e uomini sempre con il capo chino verso un display luminoso è ormai assicurato… ma cosa li stampano ancora a fare i libri?

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