Restaurata la Sagrestia della Basilica di Santa Maria della Quercia

Ci sono luoghi dell’anima nella nostra città che meritano cura, rispetto, amore, e di essere mantenuti conservati e riportati alla loro originaria bellezza. E’ un imperativo morale, perché certe straordinarie testimonianze di storia arte e cultura più che esserci state tramandate dai nostri antenati, le abbiamo avute in prestito dai nostri figli, da quelli che verranno dopo di noi.

Il Complesso Monumentale di Santa Maria della Quercia è sicuramente uno di questi luoghi preziosi. Oltre a essere il Santuario della Custode della nostra città e Patrona della nostra Diocesi, è scrigno di numerosi capolavori, e il suo progetto la sua costruzione e le sue opere portano le firme dei più grandi architetti progettisti ed artisti del Rinascimento italiano, dalle famiglie dei Sangallo, dei Della Robbia, al Bregno e al Ghirlandaio, alla mano di Michelangelo che sicuramente intervenne nell’edicola marmorea contenente la Sacra immagine della Madonna della Quercia.

Purtroppo il tempo, i fenomeni atmosferici, l’umidità sono nemici delle opere d’arte, e alcune parti importanti del Complesso sono seriamente minacciate nel loro stato di conservazione.

Con grande sforzo la parrocchia ha appena ultimato i lavori di restauro della Sagrestia sotto l’autorizzazione della Direzione Nazionale dei Musei, e dopo decenni, questo splendido ambiente si lascia finalmente ammirare ai visitatori nel suo antico splendore, che riporta alla pittura a grottesque, a scene di vita mariane raccontate attraverso le mani felici di due pittori del Settecento, Tacchini (viterbese) e Noteler (tedesco) , che firmarono rispettivamente pareti e soffitto di questo luogo pieno di grazia e bellezza.

E ora si va a iniziare i lavori di restauro del Chiostro della Cisterna, affreschi che raccontano la devozione alla Madonna della Quercia, che come un filo rosso lega storie, vite, comunità, fino ad abbracciare la storia più grande. Dalla lunetta in cui è rappresentato il Patto d’Amore che lega da quasi sei secoli in modo indissolubile la Città di Viterbo alla sua celeste Custode allo splendido affresco dedicato a Papa San Pio V e alla battaglia di Lepanto, di cui si conserva un prezioso vessillo.

Presto, appena l’emergenza sanitaria lo consentirà, sarà avviato un ciclo di visite guidate e di iniziative per raccontare questi ambienti, per farli di nuovo fruire a viterbesi e turisti, e soprattutto per condividerli con la comunità.

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