Quella villa di età romana e una mostra che cerca di svelarne i segreti

Luciano Pasquini

Ancora pochi giorni per poter visitare la mostra allestita a Graffignano presso il Castello Baglioni dal titolo “Identità Mediterranee”. La mostra chiude il 15 gennaio e prevede una visita guidata al sito archeologico del “Poggio della Guardia” (Fraz. di Spicciano) dove è stata rinvenuta la villa romana, oggetto degli scavi, ai quali hanno partecipato numerosi volontari locali, e terminati nel 2017. La mostra, organizzata dalla Soprintendenza Archeologica, dal Comune di Graffignano e dall’Associazione OPEN. Un’esposizione che offre al visitatore una lettura delle parti monumentali del complesso archeologico, ricostruite anche attraverso frammenti della decorazione architettonica e murale e con l’ausilio di ricostruzioni in 3D.
Colpisce il visitatore, come un sito cosiddetto “marginale”, possa restituire una grande ricchezza di reperti e di informazioni. Gli studi eseguiti rilevano come il sito sia stato ben inserito in un mondo (quello del I secolo a.C.) fatto di merci, mercanti e una mescolanza di culture che ci restituiscono una fotografia del mediterraneo estremamente viva e vitale, dove il fiume Tevere grazie alla sua navigabilità, era considerato l’autostrada dell’epoca. Le anfore ritrovate, hanno particolare importanza in quanto provengono da tutto il bacino del mediterraneo. Contenitori usati per olio, vino , salse di pesce, il famoso “Garum”, parti-colarmente apprezzato da palati dell’epoca, olive e miele. Interessante tra queste, un’anfora la quale presenta un’iscrizione nella parte sommitale dipinta in rosso, l’iscrizione frequente in questo tipo anfore, è una sorta di “Bolla di accompagnamento” dell’antichità, indica la tipologia del contenuto in questo caso “oliva nigra” e il nome del mercante incaricato del trasporto un certo “Lucius Manlius Severus”. Oltre a frammenti di marmi pregiati provenienti dall’Asia Minore, Africa, Tunisia, Grecia e Italia che attestano insieme a stucchi e decorazioni l’alto livello sociale del proprietario. Una caratteristica interessante è la vasca monumentale a forma circolare ritrovata nei pressi della villa che non trova confronti diretti se non alla “Piscina di Locullo” rinvenuta al Circeo. Sulla base degli elementi raccolti molto probabilmente si tratta di un impianto di pescicoltura che si forniva delle specie ittiche presenti nel Tevere: Tinche, Carpe, Cavedani e Cefali, che contribuivano così ai sontuosi banchetti del proprietario. Pregevole l’impianto idrico che rivela la raffinata tecnica costruttiva in possesso dei Romani. La mostra si pone l’obbiettivo di valorizzare il territorio della Teverina ricco di storia e borghi interessanti, inserendoli nel circuito turistico della Tuscia, e contestualmente aprire al pubblico con in modo cadenzato il Castello Baglioni, in parte ristrutturato, con interventi importati e con notevole impegno finanziario da parte del Comune di Graffignano dandogli la giusta visibilità che merita.

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