“L’anno che verrà”, la sfida di Coldiretti per sostenere l’agricoltura viterbese

Quale sarà il futuro dell’agricoltura viterbese? La federazione provinciale di Coldiretti mette in campo una sfida per tracciare problematiche e soluzione, volte a sollevare uno dei settori più provati dalla pandemia, ma anche quello che ha dimostrato maggiore resilienza e importanza, continuando a garantire sulle nostre tavole prodotti genuini. Tra le questione affrontate nel convegno che si è svolto nell’Auditorium dell’Università degli Studi della Tuscia, “L’anno che verrà”, organizzato da Coldiretti Viterbo, non solo l’eccellenza dei prodotti che contraddistinguono il territorio, ma anche il lavoro e i giovani, oltre alle tematiche ambientali.

Al dibattito hanno preso parte il Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Francesco Battistoni insieme al senatore Umberto Fusco e al consigliere della Regione Lazio Enrico Panunzi, mentre la chiusura dei lavori è stata affidata al presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici.

“Un confronto costruttivo – spiega il presidente Pacifici – che ci ha permesso di focalizzare quelle che sono le difficoltà, con le quali devono combattere quotidianamente i nostri agricoltori, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Abbiamo lanciato le nostre proposte per risollevare il settore e le battaglie che stiamo sostenendo come quella contro le speculazione sul latte e contro le pratiche commerciali sleali. Entrambe vinte. Battaglie che ci hanno portato ad ottenere dal Governo il protocollo sottoscritto da tutta la filiera al tavolo del latte del ministero delle Politiche agricole. A questo si aggiunge anche la misura che abbiamo sollecitato alla Regione Lazio e ottenuto a sostegno della zootecnia con l’anticipo dell’85% sul Benessere animale, che ha portato allo stanziamento di circa 45 milioni di euro per 11.937 beneficiari”. 

Solo nel Lazio l’attività zootecnica offre lavoro ad oltre 200 mila dipendenti e viene esercitata da oltre 9.600 aziende, di cui circa 5.600 sono aziende di bovini e il 40% di queste alimenta la filiera lattiero-casearia.

Delle misure che il Governo sta mettendo in campo per sostenere l’agricoltura ha parlato il Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Francesco Battistoni, che ha affrontato anche il tema legato ai giovani e alle prospettive della Nuova Pac e della legge di bilancio di recente approvazione. Un intervento nel quale ha affrontato anche l’importanza del Made in Italy e della sua difesa, del Nutriscore e delle pratiche commerciali sleali. Il dibattito si è poi articolato sulla preoccupazione dei cittadini per la possibilità di ospitare nella Tuscia siti di stoccaggio e rifiuti radioattivi.

“Viterbo è la seconda provincia più agricola del Lazio – prosegue il presidente Pacifici – e rappresenta un grande potenziale per l’economia regionale. Dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili per risollevare questo territorio ricco di eccellenze agroalimentari, ma anche a grande vocazione turistica, grazie ai monumenti e alle ricchezze storiche, oltre alla bellezza incontaminata di questi luoghi”. 

Dalla produzione di vino, che nel Lazio si concentra prevalentemente nelle province di Roma e Viterbo e ammonta a 69 milioni di euro e rappresenta una quota valore dello 0,7% sul totale nazionale, con un incremento del 24% sull’anno precedente, fino alla produzione ortofrutticola e olivicola, passando per le nocciole, prodotto di eccellenza del territorio viterbese, che crea un indotto economico di oltre 150 milioni di euro.

“Stiamo lavorando al distretto sostenibile della nocciola – continua Pacifici – che ha l’obiettivo di rilanciare un prodotto che rappresenta una nostra eccellenza e vogliamo farlo attraverso la difesa della biodiversità. Per questo, tra i numerosi partner abbiamo coinvolto anche il mondo scientifico e della ricerca. Un progetto che potrà garantire un incrementare dell’occupazione in questo settore con la creazione di posti di lavoro soprattutto per i nostri giovani”. 

E proprio i giovani sono stati protagonisti del dibattito, esternando la loro passione per questo settore e determinazione nel retare e creare nuove opportunità di lavoro nella propria terra. Secondo un rapporto della Coldiretti, pubblicato nel gennaio 2021, sono più di 55.000 i giovani imprenditori e le giovani imprenditrici che hanno scelto di dedicarsi ai campi e agli allevamenti nel 2020. Il settore dell’agricoltura sta attirando sempre più giovani sotto i 35 anni che sono cresciuti del 14% rispetto a 5 anni fa e in controtendenza con l’andamento generale del 2020.

Quello che riescono a dare i giovani è un apporto innovativo e tecnologico per un settore che ha bisogno di nuove sfide. Basti pensare che sette imprese under 35 su dieci, operano in attività multifunzionali, che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta. E ancora, dalle fattorie didattiche agli agriasili, passando per le attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la produzione di energie rinnovabili. E poi il recupero delle produzioni agricole legate ai cosmetici sostenibili e bio.

Sono stati i Giovani Impresa Coldiretti a lanciare a livello nazionale una petizione che è partita proprio da Viterbo lo scorso luglio, contro i pannelli fotovoltaici a terra, che mangiano suolo agricolo produttivo, proponendo la loro installazione sui tetti delle aziende agricole, capannoni e serre. In pochi mesi sono state raccolte oltre 100 mila sottoscrizioni. La centomillesima è stata la firma dell’assessore regionale alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, che con la sua moratoria ha sospeso fino al 30 giugno 2022, le nuove autorizzazioni di impianti di energia eolica e le nuove installazioni di fotovoltaico di grandi dimensioni a terra.

Riguardo all’ambiente è stato affrontato anche il tema relativo all’individuazione a Viterbo di 22 dei 67 siti destinati ad ospitare le scorie nucleari in Italia.

“Non possiamo permettere che la Tuscia diventi il più grande deposito di rifiuti radioattivi – ha concluso Pacifici – del nostro Paese. Sarebbe devastante per la nostra salute, per l’economia, per il turismo e naturalmente per l’ambiente. Dobbiamo preservare questo territorio da sempre vocato al turismo, all’agricoltura, alla cultura. Un patrimonio che continueremo a difendere”.

Sempre restando nell’ambito del tema relativo all’ambiente, è stato affrontato anche il problema legato alla presenza di cinghiali. Una proliferazione incontrollata che sta mettendo in seria difficoltà gli agricoltori, molti dei quali sono stati costretti a convertire i loro terreni e a cambiare produzione a causa delle continue invasioni e devastazione degli ungulati, che in alcuni casi sono riusciti a distruggere anche l’80% del raccolto. A Viterbo si stima la presenza di oltre 20 mila cinghiali per danni che superano i 20 milioni di euro. Molti agricoltori viterbesi avevano preso parte alla manifestazione organizzata lo scorso luglio da Coldiretti Lazio davanti alla sede della Regione e contemporaneamente a Montecitorio, per chiedere un intervento urgente delle istituzioni. A preoccupare è anche la presenza di lupi, che stanno arrecando danni enormi agli allevamenti.​

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