I dialoghi ironici tra Dante e Virgilio al Lea Padovani rivisitati dai giovani studenti

Omero e Dante rivisitati da ragazzi di 11 e 13 anni. Accade al Padovani di Montalto di Castro

L’Iliade e la Divina Commedia parodiate al teatro da studenti tra gli 11 e i 13 anni, in due spettacoli teatrali distinti andati in scena tra il 22 e il 24 maggio al Padovani di Montalto di Castro.

Chissà dall’aldilà cosa avranno pensato Omero e Dante! Più che altro degli insegnanti che hanno preso l’iniziativa.

Eh sì, a volte capita che i testi sacri della letteratura facciano quest’effetto. Le antologie scolastiche sono come enormi campi coltivati a base di mitologia, Dolce Stil Novo, Romanticismo, ecc. e gli alunni coi loro insegnanti passano giorno dopo giorno l’aratro sulle pagine (sarebbe a dire la penna, la matita, l’evidenziatore, e prima di tutto gli occhi, a volte estasiati a volte preoccupati…).

Si legge, si interpreta, si fa finta di essere il personaggio, il guerriero, l’amata, l’eroina, gli dèi, gli spiriti dell’oltretomba. Il pensiero fa subito un balzo sul palcoscenico.

Dai, no, lasciamo stare! Una fatica immensa, le parti di testo da assegnare e imparare a memoria, le prove, i costumi, coinvolgere genitori, colleghi di altre discipline, qualcuno che “generosamente” possa seguire le coreografie dei balletti … è meglio di no, credimi. E quindi?

Via! Si parte, incoscienti ed entusiasti.

Il professor Daniele Costantini, insegnante delle classi prime e seconde della secondaria di primo grado, vero art director di entrambi gli spettacoli, è un incrollabile ottimista, ha già in mente cosa accadrà nei giorni del debutto con tre mesi di anticipo (un visionario?). Ed io lo seguo nell’impresa, lo seguiamo tutti, fiduciosi negli applausi finali.

Dati. 50 studenti; tre classi di prima media che si cimentano con l’Iliade, gli Atrìdi Agamennone e Menelao, Priamo, Ettore e Andromaca, Paride, la mela che rotola con la scritta “alla più bella”, Elena, Achille, Ulisse, e un profluvio di divinità di contorno.

Salto in avanti nel tempo, la Firenze del Medioevo.

Dati: circa 40 studenti delle classi seconde viaggiano con Virgilio e Dante dalla selva oscura ai gironi infernali, alle cornici del purgatorio fino ai cieli del paradiso; incontrano personaggi stranoti della letteratura, come Caronte, Minosse, Paolo e Francesca, Ulisse, il conte Ugolino, Giustiniano, Cacciaguida, san Bernardo ed altri. Immancabili, angeli e demoni.

Si ride, molto, dalla platea. E si suda anche, molto, dietro le quinte.

Il bello del teatro con i ragazzi non è tanto la storia che vuoi rappresentare, ma lo scarto tra quel gigante che è il testo (anche se semplificato) e l’interpretazione, le voci e le espressioni del volto degli studenti. È un territorio completamente inesplorato, nel senso che non puoi prevedere come un dodicenne reciterà concretamente la battuta provata decine di volte.

Ecco allora il teatro nel teatro: battute di copione alterate, i gobbi suggeritori che si sbracciano, silenzi imprevisti, la tecnologia dei microfoni ad archetto efficace, a volte sì a volte no.

La civetteria di dee undicenni che cercano di ammaliare Paride, undicenne pure lui, mentre sullo sfondo scorrono le immagini dei grandi attori di Hollywood che interpretano gli eroi greci e troiani (improbabili dinamiche mitologiche!); Patroclo e Achille che chiacchierano col microfono a gelato.

I dialoghi ironici tra Dante e Virgilio che parlano come una collaudata coppia di cabaret; un Caronte strepitoso che urla e si sbraccia contro le anime perché stressato dall’eterno andirivieni sull’Acheronte, e non ne può più, si siede e mangia un panino per caricarsi di proteine e vitamine. O le informazioni complicate di Virgilio a Dante per fargli capire come si risale, attraverso le zampe villose di Lucifero, all’altro emisfero del mondo (la fisica applicata all’oltretomba).

Insomma, un’ora di spettacolo che è un’ora di loro stessi, dei ragazzi dico, un modo diverso di fare letteratura e scuola, ben riuscito grazie a insegnanti, genitori, collaboratori scolastici, amministrazione, tecnici e tanto altro.

Che dici, facciamo anche l’anno prossimo… ?
Meno male che c’è un’estate di mezzo.
Per adesso godiamoci gli applausi!

Professor Alberto Puri (docente di Lettere)

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