Francesco Bigiotti all’assessore De Carolis :”Ci vuole un clima positivo e costruttivo per far ripartire la Tuscia”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Francesco Bigiotti amministratore unico di Casa Civita, la società del Comune di Bagnoregio nata per guidare e incrementare lo sviluppo turistico del territorio indirizzata all’assessore al Turismo e alla Cultura di Viterbo Marco De Carolis

Caro assessore De Carolis ho deciso di scriverti questa lettera pubblica e aperta perché non ho potuto fare a meno di notare un tuo certo dinamismo di interventi sui temi del turismo e della cultura nella nostra provincia.

E’ un piacere vedere giovani amministratori appassionati e interessati alla cosa pubblica ma non condivido un certo modo di muoversi che più che con gli interessi del territorio sembra andare a braccetto con la vecchia e, lasciamelo dire, obsoleta dinamica della polemica strumentale dei partiti. Mi riferisco al tuo intervento, firmato come responsabile regionale del Lazio del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia, dove muovi accuse di immobilismo verso il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ti domandi con quale credibilità lo stesso intenda muoversi e altre parole dello stesso tenore. Mi riferisco poi alla lettera, di cui mi risulta sei stato alfiere, con cui il nostro territorio chiederebbe un confronto al Presidente Zingaretti.

Forse non ti rendi bene conto, pagando la poca esperienza, dei veri e propri danni che con queste esternazioni e il coordinamento di certe uscite rischi di fare a questo nostro territorio che amiamo. Vedi, caro Marco, mi permetto di farti presente, visto anche il buon rapporto e l’amicizia che corre tra noi, che la fase storica che stiamo vivendo è di una complessità unica e che non c’è spazio per le contrapposizioni e i giochetti dei partiti. Governo e Regione Lazio devono essere nostri interlocutori nella ricostruzione ed è interesse del Viterbese mantenere un clima positivo e costruttivo. Va evitata come la peste la speculazione politica, la strumentalizzazione delle difficoltà, che ci sono, per addossare colpe, cercare di fare passare messaggi che Roma non ci ascolta e altre banalità dello stesso stampo. Tornerà, ce lo auguriamo tutti, anche il tempo in cui le naturali dinamiche tra i partiti potranno trovare nuovamente spazio. Non ora, però. E’ una questione di serietà e anche di rispetto per tanti nostri cittadini che sono già in difficoltà e guardano al futuro con paura.

Non aiuteremo nessuno alimentando lo scontro e soprattutto rischiamo di danneggiarci da soli. Assurdo accusare il ministro Franceschini di non essere credibile, così come cercare di costruire l’idea di una Regione Lazio distante e distratta. Sbagliato anche il fatto stesso di inviare una lettera firmata solo da alcuni sindaci e amministratori. Peggio ancora che possano più o meno essere ricondotti a una precisa area politica. Quella lettera ha dato l’immagine di un territorio spaccato, debole, dove le logiche partitiche guidano le dinamiche. L’esatto contrario di quello che serve ora.

Anche perché mi risulta che quella lettera sia stata illustrata, in fase di preparazione, come destinata a essere firmata da tutti i sindaci; cosa che avrebbe già cambiato le cose. Così come sono a conoscenza del fatto che non tutti i firmatari avrebbero dato il proprio nulla osta dopo una necessaria presa visione del contenuto finale. Eppure hanno comunque trovato il proprio nome là sopra.

Si può appartenere a partiti politici diversi, questo è sano e un bene per la qualità della nostra democrazia, ma bisognerebbe avere sempre a mente un principio: prima il territorio e poi il partito o l’area politica di provenienza. Anche perché si rischia di fare danni seri proprio ai cittadini. Scorretto non riconoscere come in questi anni la Regione sia stata vicina alla Tuscia, da bagnorese finirei all’Inferno affermando il contrario. Questo vale sul fronte del turismo e su quello della cultura. Quanti festival vengono sostenuti da tempo dalla Regione Lazio nella tua Viterbo? Essendo assessore alla Cultura sono informazioni che conosci sicuramente.

Per ripartire il nostro territorio deve guardare proprio alla Regione e farlo in un clima positivo e costruttivo, non inquinato da lettere di parte che sono buone solo a guastare i rapporti e a fare piccola propaganda in un momento in cui avremmo solo bisogno di grandi idee e importanti collaborazioni. Stesso discorso vale per il Ministro Franceschini, che nei fatti ha costruito una storia di presenza e credibilità anche nel Viterbese. Non è mia intenzione farti alcuna lezione ma è mio dovere esprimere una posizione netta che credo possa avere un significato visto il ruolo che ho avuto modo di giocare nella crescita turistica della Tuscia che ti sta tanto a cuore.

Francesco Bigiotti

La risposta dell’Assessore De Carolis:

Caro Francesco,
mi permetto di risponderti con la stessa franchezza che hai usato nei miei confronti e con la sincerità che merita un amico.
Prima di ogni altra considerazione, voglio ringraziarti per aver aperto un dibattito pubblico intorno ai temi che ritengo strategici per immaginare un futuro per la nostra Tuscia.
Provo a cominciare dall’inizio.
Rivendico con orgoglio l’appartenenza alla mia comunità ma questo non mi ha mai fatto velo né nell’azione amministrativa né in quella politica.
Sono abituato a misurarmi sugli obiettivi da raggiungere. Mi piace, come sai, costruire e costruire insieme. Anche a partire da posizioni, legittimamente, diverse e distanti.
Negli ultimi mesi, in concomitanza col deflagrare di una situazione drammatica e di una emergenza sanitaria che ha impegnato tutti a dare il loro contributo di competenze e vicinanza, abbiamo fatto scelte che ci hanno visto condividere percorsi amministrativi fino a qualche settimana prima impensabili. Mi riferisco alla Provincia e più in generale ad un atteggiamento estremamente responsabile in ogni livello istituzionale.
Ora siamo in un’altra fase. Il Presidente del Consiglio Conte l’ha chiamata Fase 2: quella della ripartenza.
E, sinceramente, non capisco come si possa pensare sospeso ogni più elementare diritto di critica; ogni più elementare sforzo di offrire, con spirito costruttivo, idee e soluzioni che si ritengono migliori delle proposte messe in campo da chi ha responsabilità di governo.
Siamo, come dici tu, in una democrazia. Aggiungo io, in una democrazia dell’occidente avanzato. Abbiamo una storia lunga e complessa. Ci siamo scontrati in periodi anche più duri di questo e ne siamo usciti più forti. Perché il confronto e anche lo scontro, se compiuti con onestà intellettuale e senza interessi personali da difendere, sono il sale della democrazia.
Ti faccio notare che il tono della lettera al Presidente Zingaretti, date queste premesse, era tutt’altro che polemico. Chiedeva, e chiede, solo l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con la Regione perché non possiamo pensare di affrontare una situazione di assoluta emergenza, oggi economica più che sanitaria, con gli strumenti del governo ordinario.
Peraltro, ad oggi, nessuno ha risposto, nemmeno per semplice cortesia istituzionale.
Nel frattempo, ho letto anche la lettera del Consigliere regionale Panunzi, arrivata negli stessi minuti.
Quello che scrive Panunzi conferma la premessa e le conclusioni della lettera sottoscritta da tanti amministratori della nostra terra: e cioè che si è scelto di percorrere la via ordinaria invece di attivare un ragionamento politico di prospettiva che ritengo sia l’unico a poter dare le risposte che questo territorio merita.
Qui non si tratta di elencare le risorse messe a disposizione, che sono certamente importanti, ma di individuare priorità condivise a livello di territorio ampio e una idea per la Tuscia del prossimo futuro.
Quello che ci è capitato deve diventare una straordinaria occasione di crescita che dobbiamo saper cogliere per evitare che questa tragedia sia solo una tragedia e non una possibile rinascita.
Due ultime cose.
La prima, per esser chiari fino in fondo: la Regione ha scelto di attestare la fermata del Frecciarossa a Frosinone e non a Orte in barba al lavoro di mesi di tutti gli amministratori e alle aspettative di una intera provincia. Alle rimostranze fatte da più parti è arrivata come risposta una timidissima difesa dell’operato della Giunta regionale, così timida da essere finita tra le brevi della cronaca locale.
E, secondo te, come amministratori non dovremmo dire nulla perché dicendo qualcosa potremmo urtare la suscettibilità di chi ci sta governando rischiando così di venire penalizzati in futuro? Mi auguro che non si governi con questi presupposti perché avremmo davvero di che preoccuparci.
La seconda: gli operatori di tutti i settori che si riferiscono al Ministero retto da Franceschini si lamentano dell’assenza di una visione e di ritardi inconcepibili che rischiano di togliere ogni speranza di sopravvivenza proprio a quei comparti su cui appuntiamo da sempre la nostra attenzione. Basta leggere non i fogli di qualche gruppo di sovversivi, ma sfogliare le pagine dei principali quotidiani italiani per capire qual è il giudizio sull’operato del Ministro.
Chiudo dicendoti che, leggendoti ho avuto, io sì, la sensazione che la tua sia una scelta che alimenta la contrapposizione e sta tutta dentro quei “giochi dei partiti” e quegli ordini di scuderia da cui mi inviti a prendere le distanze.
Marco

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